🌐 Oggi, 6 marzo, è la ‘Giornata dei Giusti’ dedicata agli uomini e alle donne non ebrei che – anche a rischio della propria vita e dei pericoli a cui esponevano la famiglia – si sono prodigati, in silenzio, per salvare la vita di cittadine e cittadini ebree, vittime delle Leggi razziali approvate dal regime fascista nel 1938 e della Shoah nazista.
👉 Ad oggi i Giusti dell’Emilia-Romagna riconosciuti sono 76. A loro l’anno scorso il MEB – Museo Ebraico di Bologna ha dedicato un libro e una mostra che ho ritenuto importante portare a conoscenza dell’Assemblea legislativa. Sono quindi felice che questa proposta si sia concretizzata oggi nell’incontro pubblico che ho avuto il piacere di introdurre e coordinare. E sono particolarmente soddisfatta che abbia coinvolto tante scuole della nostra regione, insegnanti, sindaci delle località dove hanno vissuto alcuni dei Giusti. È stato davvero commovente sentire le testimonianze di figli e nipoti sia dei Giusti sia dei salvati. Una grande lezione di solidarietà, di capacità di scegliere da quale parte stare contro le leggi razziste, rifiutando indifferenza e complicità anche indirette.
👉 Coinvolgere le scuole è fondamentale per seminare il valore della solidarietà: serve a passare il testimone alle giovani generazioni. Raccontare l’esperienza dei Giusti, sottolineare il dovere di non voltarsi mai dall’altra parte, ha fatto dell’iniziativa odierna non una cerimonia rituale – pure dovuta – ma un atto di “memoria attiva”, un appello a rifiutare ideologie fondate sull’odio e la discriminazione.
👉 Come è emerso dalle testimonianze, chi all’epoca delle leggi razziali si sottrasse all’obbligo di denuncia, chi rinunciò alla taglia che era stata messa per favorire le denunce – 5000 lire per gli uomini, 4000 per le donne e 2000 per i bambini, cifre allora considerevoli – lo ha fatto “semplicemente” perché lo riteneva giusto. Con coraggio consapevole dei rischi corsi, ma senza sentirsi un eroe o un’eroina; spesso anche con straordinaria astuzia e inventiva: come l’impiegato dell’anagrafe che aveva trasformato la sua protesi di legno – dopo aver perso una gamba nella Prima Guerra Mondiale – in una sorta di mini ufficio portatile, al cui interno nascondeva carte di identità in bianco, inchiostro, timbri e pennini per fabbricare documenti falsi che regalavano una identità non ebrea a chi scappava dalle persecuzioni nazifasciste.
👉 Anche oggi, sia pur per ragioni diverse, sono diffusi comportamenti e atti discriminatori, e c’è chi sconta inaccettabili violenze, umiliazioni e sopraffazioni. Il dovere di ciascuno di noi è di non lasciare correre. Per questo nel mio intervento finale mi sono spinta ad invitare i ragazzi e le ragazze presenti a non voltarsi dall’altra parte se vedono, ad esempio, compagni e compagne bullizzati. La lotta all’indifferenza è il primo passo contro il dilagare di rapporti violenti tra le persone.
👉Se siete interessati a conoscere l’esperienza dei Giusti dell’Emilia-Romagna, a questo link trovate le informazioni: http://giustiemiliaromagna.it/
Qui invece il link al programma dell’iniziativa di oggi e la fotogallery: https://cronacabianca.eu/regione-duecento-studenti-per-le-storie-dei-giusti-dellemilia-romagna/
A questo link il video del mio intervento introduttivo dell’incontro: https://youtu.be/KvryqCaZhYg