Abbandonare le fonti fossili a favore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica non solo è possibile: è anche un percorso conveniente e lungimirante. Ci sono diverse imprese che si stanno muovendo in questa direzione, una delle eccellenze è Electrolux: una storia positiva di transizione che merita di essere raccontata, sperando possa servire d’esempio.
Il 98% dell’elettricità consumata dal gruppo Electrolux proviene da fonti rinnovabili (obiettivo 100% al 2025), con lo stabilimento italiano di Cerreto d’Esi, alimentato al 100% da fonti rinnovabili, che è già completamente fossili free.
Oggi l’elettricità copre il 60% dei consumi energetici del gruppo e l’elettrificazione viene vista come lo strumento per l’eliminazione totale delle fonti fossili al 2030 all’interno del gruppo, e al 2050 lungo tutta la catena del valore.
In Brasile il gruppo è impegnato a sostituire il gas naturale con il biogas, con la consapevolezza però che si tratta di un processo temporaneo e transitorio verso il raggiungimento del 100% di uso delle rinnovabili e conseguente azzeramento di emissioni di CO2.
Quella di Electrolux mi sembra una storia positiva e in controtendenza, almeno rispetto alle politiche dei governi Draghi e Meloni che, anziché puntare sulle rinnovabili, si sono limitati a cambiare fornitori di gas al posto di quello russo, in accordo con le scelte del nostro principale operatore energetico, l’Eni, che lavora su rigassificatori, trivellazioni, impianti di cattura di CO2. Del resto in Italia – che ancora oggi non ha un Piano integrato di energia e una Legge sul clima che tengano conto degli obiettivi di decarbonizzazione vigenti a livello UE – i piani energetici li hanno sempre fatti Enel ed Eni. Ma mentre Enel, sotto la presidenza di Starace aveva intrapreso la strada della neutralità climatica al 2040 (guarda caso, Meloni l’ha eliminato dalla guida di Enel), Eni è rimasta abbarbicata ai fossili. Ovvero ad allungare la vita alle fonti di energia responsabili delle emissioni all’origine dell’emergenza climatica ormai sotto agli occhi di tutti.
Come ci ricorda l’orologio climatico che ho fatto installare in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, diminuisce di giorno in giorno il tempo che abbiamo a disposizione per invertire la rotta del cambiamento climatico prima del punto di non ritorno.
Ma per i nostri governanti il problema non esiste!