Era ora!!! Finalmente gli assessori all’ambiente delle quattro regioni che insistono sul bacino padano – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – hanno lanciato un messaggio forte al Governo per chiedere un maggior impegno e risorse per migliorare la qualità dell’aria in quest’area notoriamente tra le più inquinate al mondo e contrassegnata da decine di migliaia di decessi prematuri ogni anno proprio a causa dello smog.
La richiesta delle quattro Regioni è partita nell’ambito della conferenza di Mid Term – che si svolge in questi giorni a Venezia – del progetto europeo Life PrePair, nato per sviluppare e monitorare misure di mitigazione dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano. È infatti grave oltre inaccettabile che il progetto interregionale per il miglioramento della qualità dell’aria padano, con interventi quantificabili in due miliardi di euro, non sia stato inserito tra gli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Da tempo, come capogruppo regionale di Europa Verde Emilia-Romagna avevo sollecitato governo e Regione Emilia-Romagna affinché l’area del bacino padano venisse trattata alla stregua di un’altra area altamente inquinata del nostro paese, ovvero l’Ilva di Taranto, mettendo a disposizione i fondi necessari al risanamento. Tanto più ora, di fronte alla condanna da parte della Corte di giustizia europea per il prolungato sforamento delle soglie di polveri sottili.
Come ho denunciato più volte, la sentenza della Corte di giustizia europea conferma il sostanziale fallimento delle politiche ambientali regionali e italiane per il miglioramento della qualità dell’aria, e anche la grave ricaduta dell’inquinamento sia sulla salute pubblica in termini di mortalità e morbilità, sia sui bilanci della sanità pubblica per far fronte alle patologie collegate alla presenza di inquinanti.
Anche per questo motivo la Regione Emilia-Romagna non può più perdere tempo e deve intervenire in tutti i settori coinvolti nelle emissioni di gas inquinanti, settori che al contempo alimentano anche l’emergenza climatica: l’agricoltura, gli allevamenti intensivi, la mobilità, il riscaldamento e la produzione di energia da fonti fossili.
Invece di investire risorse in nuove colate di cemento e consumo di suolo con infrastrutture come il Passante autostradale di Bologna e la Cispadana, noi Verdi chiediamo di potenziare in tutta l’Emilia-Romagna il trasporto su ferro di persone e merci e di completare il Servizio ferroviario metropolitano di Bologna.