Sono 97.348 le persone che in Italia hanno perso la vita a causa del #COVID19, di queste 10.393 risiedevano in #emiliaromagna. Ma c’è un’altra strage che va addebitata alla pandemia: la perdita di posti di #lavoro. Sulla base dei dati provvisori rilevati dall’Istat al mese di dicembre 2020, rispetto al mese precedente sono andati in fumo 101mila posti, 99mila dei quali occupati da donne. Impietoso anche il confronto col dicembre di un anno fa: 444mila occupati in meno nel 2020.
Per evitare che la #crisi sanitaria e la conseguente crisi economica aprano la strada ad una profonda crisi sociale, che aggiungerebbe ulteriori lacerazioni al quadro già drammatico della fase che sta attraversando il nostro paese, insieme ai ristori per le attività private – ristori che è indispensabile fare arrivare con urgenza e in forme adeguate – il precedente governo aveva deliberato il blocco dei licenziamenti, che scadrà il prossimo 31 marzo.
Non c’è bisogno di evidenziare che il paese è tutt’altro che fuori dalla crisi, sia pandemica sia economica. Per questo ho sottoscritto e votato a favore della risoluzione, di cui è primo firmatario
Igor Taruffi, che molto opportunamente impegna la Giunta ad adoperarsi perché il blocco dei licenziamenti sia prorogato dopo la imminente scadenza.
Non solo: al governo si chiede anche di “procedere a una riforma più generale di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali”. Una prospettiva che ha ulteriormente rafforzato la convinzione con cui ho sottoscritto e votato il provvedimento.
Oggi, infatti, dobbiamo affrontare l’emergenza occupazionale già in atto, aggravata dalla pandemia. Ma sappiamo che c’è un’altra esigenza non più rinviabile e per la quale occorre attrezzarsi per tempo: quella della #TransizioneEcologica ed energetica, che per forza di cose renderà alcuni lavori obsoleti. Non a caso tra i fondi messi a disposizione dalla Commissione europea vi è quello denominato Just Transition, dedicato proprio ad affrontare la transizione occupazionale legata alla svolta ecologica del Green Deal.
In prospettiva, come ha affermato il neo presidente del Consiglio Mario Draghi, dovremo infatti mettere in salvo i lavoratori, non i posti di lavoro, a prescindere dalla loro coerenza con la transizione ecologica, aggiungo.
Per questo bisogna pensare, per tempo, ad una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali. Per garantire che nessuno/nessuna resti indietro.