Oggi in Aula dell’Assemblea legislativa si è affrontato il tema della ripresa delle #estrazioni nei pozzi riattivabili in #Adriatico e del rilascio di nuove concessioni, come sollecitato di recente anche dal sindaco di #Ravenna. Lo scoppio del conflitto in Ucraina provocato dall’invasione della Russia ha aggravato le pesanti conseguenze economiche e sociali della dipendenza italiana dal gas metano russo e ha evidenziato la necessità di porre rimedio al ritardo dello sviluppo delle rinnovabili. Un ritardo imputabile all’inazione dei precedenti governi, basti solo pensare al decreto Romani del 2011 al tempo del governo Berlusconi che si abbatté come una scure sullo sviluppo delle rinnovabili.
Verdi – Europa Verde Emilia-Romagna coglie l’occasione del dibattito in Aula per ribadire che l’incremento delle estrazioni di gas in Adriatico non è la soluzione, tanto più che i tempi di riattivazione sarebbero tali da non offrire una risposta tempisticamente adeguata, con l’ulteriore limite che si tratta di quantitativi di gas minimi. Pensare di contrastare la crescita insostenibile delle bollette per famiglie, imprese ed enti locali con nuove #trivellazioni in Adriatico oltre che inadeguato dal punto di vista economico è insostenibile dal punto di vista ambientale. In più occasioni, partecipando anche alle manifestazioni indette dal coordinamento Coordinamento Ravennate Per Il Clima Fuori dal Fossile, noi Verdi abbiamo sottolineato che le trivellazioni provocano l’aumento della subsidenza mettendo a rischio Ravenna e Venezia; l’incremento della ingressione salina nel Delta del Po che ha già raggiunto i dieci chilometri verso l’interno, mettendo a rischio sia la flora e la fauna di quell’ambiente così particolare e protetto, sia l’esistenza delle pinete costiere; infine, aumenta l’erosione delle coste, un fenomeno che costa ogni anno milioni di euro per interventi di ripascimento, che purtroppo impiegano sabbie fossili prelevate al largo che dovrebbero restare dove sono.
La transizione energetica imposta dalla crisi climatica oltre che dalla crisi energetica impone l’attuazione urgente di misure strutturali, il che significa puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per ridurre i consumi. Due scelte che Europa Verde auspica saranno i pilastri del nuovo Piano Energetico che andremo a discutere ed approvare entro l’estate.