Pubblico di seguito il mio articolo sulle previsioni meteo in relazione ai sistemi di trasporti
uscito sul numero 4, Settembre 2014, della rivista ecoscienza
edita da ARPA Emilia-Romagna
EVENTI ESTREMI E TRASPORTI: QUALI PREVISIONI METEO?
di Silvia Zamboni
Incendi estivi, tempeste di neve, violenti uragani, cicloni e trombe d’aria, piogge intense “tropicalizzate” e conseguenti alluvioni, frane e smottamenti del terreno, in territori già messi a dura prova dal forsennato consumo di suolo e dal dissesto idrogeologico possono trasformare viaggi di routine in trappole mortali. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, come dimenticare le immagini rimbalzate dagli schermi televisivi di auto sommerse da torrenti di fango e acqua piovana, dopo la scarica delle cosiddette “bombe d’acqua” che non riescono più a defluire senza travolgere con sé brandelli di territorio e corpi di persone, imprigionate nelle lamiere annegate in sottopassi stradali gonfi d’acqua.
Ai fenomeni meteo estremi in continuo aumento – come registrano puntualmente da anni le statistiche delle società di ri-assicurazione, tra le prime a credere, a suon di risarcimenti ultramiliardari, ai cambiamenti climatici – si può ovviamente far fronte in via preventiva con una gestione sostenibile del territorio e delle sue fragilità, ma anche con adeguate previsioni meteo che mettano in grado, da un lato, chi gestisce le infrastrutture dei diversi sistemi di trasporto di attenuare i danni e prevenire incidenti, blocchi del traffico e disagi di varia natura e, dall’altro, chi si sposta di scegliere la soluzione meno esposta a rischi.
L’insieme di misure studiate per ovviare al crescente impatto dei fattori meteo sul traffico stradale e autostradale nel mondo anglosassone, ma non solo, ha preso il nome di Weather Responsive Traffic Management, ed è finalizzato a ridurre la frequenza degli incidenti e la loro gravità e a prevenire il formarsi di blocchi del traffico a seguito di particolari eventi atmosferici.
Partendo dalla constatazione che „i cambiamenti climatici sono ormai misurabili e che, per quanto si cerchi di attuare misure di mitigazione, un aumento della temperatura media del pianeta tra 2 e 4 gradi entro questo secolo è inevitabile“, nel 2009, nell’ambito del 7° Programma Quadro dell’Unione europea, sei paesi (Germania, Italia, Grecia, Francia, Austria Paesi Bassi) hanno avviato il progetto europeo WEATHER, conclusosi nell’aprile 2012 (www.weather-projetc.eu). Dati per scontati interventi di adattamento ai cambiamenti climatici in atto, obiettivo del progetto era quello di ampliare le conoscenze sugli effetti, su economia e società in generale, e sui sistemi di trasporto europei in particolare, degli eventi meteorologici estremi. Riconoscendo così ai trasporti, assodata con-causa dei cambiamenti climatici per l’apporto delle emissioni di gas serra associate a questo settore, anche il ruolo di „vittima“.
Sulla base di case history specifiche (l’alluvione nella Germania orientale del 2002, l’estate torrida con incendi boschivi nel Peloponneso nel 2007, l’uragano Cinzia in Francia nel 2010, l’allagamento della linea ferroviaria Vienna – Praga nel 2006, la scarsità d’acqua che ostacolò i trasporti e la navigazione sul Reno nel 2003) si sono analizzati i costi delle ripercussioni, sui diversi sistemi di trasporto, degli eventi atmosferici considerati, cercando di definire interventi mirati capaci di contenere tali conseguenze in altre occorrenze meteo analoghe.
Per l’Italia al progetto ha partecipato l’Arpa regionale dell’Emilia-Romagna, che ha esaminato il caso della nevicata record che nel 2004 portò al blocco del traffico sull’A1 nel tratto, sempre problematico, compreso tra Bologna e Firenze. Nelle conclusioni, alla voce delle „lesson learnt“, si legge che sul piano generale si è constatato che „la sottostima dei problemi causati da un particolare tipo di evento atmosferico, anche se correttamente previsto dal meteo, come nel caso di quella nevicata, e un calo di attenzione dovuto alla rarità di tale tipologia di evento in un passato recente possono condurre a situazioni davvero critiche“. Da cui il monito che, nel valutare la portata di un fenomeno atteso, „il passato non va dimenticato, anche se in tempi più recenti le condizioni meteo sono state diverse“.