Da tempo sappiamo, dati alla mano, che la violenza maschile contro le donne è un fenomeno radicato nella cultura patriarcale, trasversale e slegato da classe sociale, età o nazionalità di appartenenza. Insieme alla conclusione più tragica della violenza sulle donne, il femminicidio, conosciamo le violenze psicologiche, i controlli morbosi, le continue vessazioni e la violenza economica degli uomini maltrattanti sulle donne.
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne nel 2023 l’Istat aveva diffuso dati che mettono a fuoco le drammatiche proporzioni del fenomeno nel nostro Paese. Nel corso della loro vita 6,1 milione di donne sono state vittime di violenza fisica o sessuale, 1,1 milione di stupro o tentato stupro, 3,5 milioni di stalking. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri per il 62,7% dei casi sono commessi da partner.
Da inizio anno al 18 novembre 2024 sono stati 99 i femminicidi (fonte: Eurispes), a conferma delle dimensioni strutturali di un fenomeno che in Italia conta circa una vittima femminile di omicidio ogni tre giorni. Pur in presenza di un calo del 10,8% rispetto alle 111 vittime censite nello stesso periodo del 2023, tale flessione risulta inferiori a quella delle vittime di omicidi.
Nei primi sei mesi del 2024 il 56% dei femmicidi è stato compiuto dal partner o ex partner. Si è inoltre registrato un aumento del 6% degli atti persecutori da stalking, un reato che nel 74% dei casi colpisce le donne. Sempre nel primo semestre di quest’anno sono aumentati del 15% anche i maltrattamenti contro familiari e conviventi, reati che nell’81% dei casi interessano le donne. Dall’analisi dei dati relativi a responsabili di tali delitti emerge che il 18% degli atti persecutori è commesso da stranieri, percentuale che sale al 29% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi, percentuali che smentiscono il pregiudizio razziale che la violenza sulle donne sia imputabile soprattutto a cittadini di nazionalità straniera (fonte: ‘Il Punto-Il pregiudizio e la violenza contro le donne’ realizzato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale).
Questo tragico scenario ci dice che occorre fare di più e in maniera più incisiva per rimuovere la cultura del dominio maschile sulla vita delle donne. Occorre smantellare la cultura patriarcale della pretesa sudditanza femminile a partire dall’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, per educare al consenso e al rispetto della vita di compagne e amiche. Ma non solo: come ci rivelano episodi recenti e ripetuti di violenza di minori su altri minori o giovani il rispetto per la vita altrui va (ri)costruito.
Ci vuole attenzione e cura da parte delle famiglie e delle comunità educanti a riconoscere gli stereotipi di genere e come questi possono penalizzare la libertà delle bambine e delle ragazze, di esprimere liberamente le proprie emozioni e la propria personalità. Ci vogliono uomini capaci di riconoscere e gestire le proprie emozioni a partire dalla capacità di reagire a sconfitta e rifiuto. E ci vogliono donne educate a riconoscere la violenza maschile psicologica ed economica, ovvero comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia. Per questo serve anche offrire percorsi di autonomia economica dal partner violento, come fa la Regione Emilia-Romagna con il cosiddetto “reddito di libertà”. Servono centri per accogliere le donne in fuga dai partner. E ci vogliono forze dell’ordine preparate ad accogliere le denunce delle donne e a metterle in sicurezza. Vanno anche diffuse modalità di denuncia che non espongano le donne che compiono questo passo per difendersi da una violenza in corso e che non le limitino nel prendere questa decisione.
Insomma: c’è ancora tanto da fare. Ma se vogliano sradicare il fenomeno della violenza sulle donne le pur simboliche panchine rosse, ovviamente, non bastano.
A questo link i dati ISTAT sulle forme della violenza sulle donne: https://www.istat.it/statistiche-per-temi/focus/violenza-sulle-donne/
Qui invece quelli, aggiornatissimi, dell’Osservatorio nazionale di Non una di meno: https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/anno/2024/