Oggi, primo giorno di primavera, come ogni anno è la Giornata Mondiale delle Foreste. Sicuramente l’occasione per riflettere su quanto alberi, boschi e foreste siano importanti per la nostra vita su Pianeta. Ma molto di più, come tutte le Giornate Mondiali dedicate a un tema, dovrebbe spingerci ad agire per salvare ed ampliare le foreste che già ci sono. Perché la lotta al cambiamento climatico, la più grave crisi ambientale odierna, passa anche dagli alberi, che sono in grado di sequestrare l’anidride carbonica, il più diffuso gas ad effetto serra.
Ricordava l’esperto Stefano Mancuso in una recente intervista pubblicata sull’edizione bolognese di Repubblica, che abbiamo bisogno di raffreddare le nostre città. Come? Per Mancuso c’è solo un modo: “Bisogna ricoprire le città di alberi, in una quantità talmente elevata che bisognerebbe togliere le strade”. Sono proprio gli alberi ad assorbire il calore e a contribuire ad abbassare le temperature delle nostre strade, che sono aumentate di oltre 3 gradi, causando nel 2022 un centinaio di morti a causa delle ondate di calore.
Eppure i disastri delle deforestazioni sono sotto gli occhi di tutti: merito di un’agricoltura intensiva volta unicamente al profitto. Basti pensare a quello che sta accadendo in Amazzonia: negli ultimi 50 anni il 17% della superficie di questo polmone verde, equivalente a due volte l’Italia, è stato devastato da roghi e deforestazione e trasformato in coltivazioni su larga scala (per lo più soya da esportare) o pascoli. In Indonesia sono stati abbattuti almeno 76.301 ettari di foreste tropicali (un’area grande quanto la città di New York) a causa delle concessioni per l’estrazione di nichel, fondamentale per la produzione delle batterie per auto elettriche. In passato il disboscamento in Indonesia era servito invece a spianare i terreni alla coltivazione della palma da cui estrarre l’olio da esportare in Occidente. Di distruzione in distruzione, oggi, a livello mondiale, le foreste coprono circa il 31% delle terre emerse. Una superficie in costante diminuzione, con una perdita di circa 12 milioni di ettari all’anno. Una perdita che – come riportano oggi i dati del Gruppo di lavoro “Agricoltura e Foreste” di Kyoto Club – contribuisce al 12-15% delle emissioni globali di gas serra.
Per quanto riguarda l’Italia Kyoto club evidenzia che “le foreste dal secondo dopoguerra, a causa principalmente dell’abbandono delle campagne e in piena controtendenza, sono cresciute, raddoppiando la loro superficie a spese di superfici agricole e naturali e passando dal 1985 al 2015 da 8,7 a 11,1 milioni di ettari, raggiungendo quindi in Italia una copertura di circa il 37% del territorio”.
Una crescita attualmente “poco governata che porta con sé aspetti positivi come nel caso della rinaturalizzazione di alcune aree con la riattivazione di cicli e processi naturali, ma anche fenomeni negativi legati all’abbandono di estese aree agricole, montane e collinari, la cui mancata gestione, anche a fronte dei cambiamenti climatici in atto, causa grandi perdite ambientali, economiche e sociali. I segnali per il futuro ci dicono che si dovrà implementare il controllo e la gestione delle nostre foreste anche con la consapevolezza della nuova legge sul ‘Ripristino della natura’ approvata lo scorso 27 febbraio dal Parlamento Europeo”.
Come Vice Presidente dell’Assemblea legislativa e Capogruppo di Europa Verde non posso che schierarmi a favore della protezione delle foreste, dei boschi urbani e di ogni singolo albero. A cominciare dai 40 alberi ad alto fusto, presenti nel parco Don Bosco di Bologna a due passi dal mio ufficio in Regione, che come Europa Verde abbiamo provato a salvare dall’abbattimento previsto dall’amministrazione comunale.
Ogni albero sano abbattuto è una sconfitta per noi e per l’intero ecosistema. E’ per questo che come consigliera regionale e come Verde sono molto soddisfatta per la decisione della nostra Regione di regalare un albero ad ogni cittadino. Il progetto si chiama “Mettiamo radici per il futuro”. Iniziato nel 2020, è ripartito lo scorso ottobre con un nuovo bando per la piantumazione entro quest’anno di 4 milioni e mezzo di alberi, uno per ogni residente, come aveva proposto di fare Europa Verde con il suo programma elettorale del 2019, proposta poi fatta propria dalla coalizione di centrosinistra. Dal 2020 ad oggi ne sono stati già distribuiti 1.946.679. Agli alberi del nuovo bando regionale se ne aggiungeranno poi 83.476 grazie ai bandi forestazione dedicati ai Comuni.
L’iniziativa “Mettiamo radici per il futuro” ha coinvolto cittadini, Comuni, associazioni e imprese. L’obiettivo è estendere la superficie boschiva con la creazione di “infrastrutture verdi” nelle città, ripristinando l’ecosistema naturale in pianura e sviluppando le aree boschive e le foreste; realizzare nuovi boschi e piantagioni forestali in prossimità dei corsi d’acqua, riqualificare sistemi agroforestali, siepi e filari in un contesto di valorizzazione del paesaggio e di fruizione pubblica del territorio. Questo progetto regionale avrà un ruolo fondamentale anche per la lotta ai cambiamenti climatici e per il miglioramento della qualità dell’aria.
Con il bando 2023 rivolto alle imprese dei comuni di pianura, la nostra Regione ha stanziato quasi 500mila euro per la realizzazione di piantagioni forestali permanenti e sono state messe a dimora 8 mila nuove piante su 34 ettari di terreni aziendali. Con il bando 2024 destinato agli enti pubblici di pianura e collina (DGR 378 del 4/03/2024) la Regione ha stanziato 1 milione di euro per nuovi boschi e rimboschimenti nelle città e periferie dell’Emilia-Romagna. Possono partecipare gli enti pubblici di pianura, i Comuni, Unioni di Comuni, Città metropolitana, Province, Enti di gestione di aree protette nelle aree dell’agglomerato di Bologna, pianura est e pianura ovest del Pair (Piano aria integrato regionale) e di tutto il territorio regionale che abbiano un coefficiente di boscosità inferiore al 25%. I finanziamenti sono destinati alla realizzazione di interventi di forestazione per la riduzione dei principali inquinanti dell’aria presenti nelle città e in periferia.
Ecco un modo coerente di celebrare la Giornata Mondiale delle Foreste: programmare e attuare politiche che aggiungono nuovi alberi.
Ma non tutto fila liscio: peccato infatti che un mega progetto di rinaturazione e rimboschimento dell’area in cui scorre il Po nel piacentino, progetto compreso tra quelli finanziati da PNRR, rischi di essere sacrificato alla pioppicoltura, una monocoltura arborea diffusa in quel territorio che fa uso massiccio di pesticidi.