Dopo sedici anni, i Verdi tedeschi tornano al governo della locomotiva economica d’Europa, dopo esserlo già in coalizioni di vari colori che guidano sedici Laender della Germania.
La luce verde alla coalizione semaforo che governerà la Germania per i prossimi quattro anni è arrivata sulla base di un accordo programmatico di 177 pagine (titolo: “Osare più progresso”) chiuso dopo quasi due mesi di negoziato tra partito socialdemocratico (i rossi del Spd), Grünen (i verdi) e liberali (i gialli del Fdp). Ora l’accordo deve essere approvato dagli iscritti dei tre partiti: Spd e Fdp lo fanno in due congressi straordinari, i Grünen con un voto per posta degli oltre 130mila iscritti.
Tra i punti qualificanti e più innovativi del programma in campo energetico ed ambientale troviamo l’anticipo al 2030 della chiusura di tutte le centrali a carbone, l’ambizioso obiettivo dell’80% di elettricità da fonte rinnovabile al 2030, il divieto di commercio del glifosato al 2023, l’estensione del metodo biologico al 30% delle superficie coltivate sempre al 2030. Altri elementi strategici sono l’aumento del salario minimo a 12 euro, un piano edilizio per costruire 400 mila nuovi appartamenti l’anno, la lotta alla povertà infantile, la stabilizzazione delle pensioni, il voto ai sedicenni che richiederà una modifica della Costituzione che i partner di governo si impegnano a portare a casa entro il primo anno di governo, la distribuzione controllata di cannabis agli adulti per scopi precisi in negozi autorizzati e controllati e un massiccio programma di investimenti pubblici nell’agenda climatica e nella digitalizzazione. I liberali hanno ottenuto che in futuro venga confermato il freno all’eccessivo indebitamento, oggi sospeso a causa della pandemia. Tuttavia il passaggio del documento sul tema della flessibilità (a proposito del Patto di Stabilità e Crescita) fa un’apertura alla sua riforma: «Il Patto ha mostrato la sua flessibilità e su questa base vogliamo assicurare sviluppo, sostenibilità del debito e investimenti per il clima. In futuro la politica fiscale europea dev’essere basata su questi obiettivi, per rafforzarne l’efficacia di fronte alle sfide del tempo. Il PSC dovrebbe diventare più semplice e trasparente».
La Germania manterrà i suoi impegni nella Nato, fra cui quello di ospitarne le armi nucleari, almeno fino a quando l’arma atomica «avrà un ruolo nel concetto strategico dell’Alleanza».
«Assumiamo il governo nel pieno di una crisi e faremo di tutto per fermare la quarta ondata della pandemia», ha dichiarato il co-presidente dei Verdi Robert Habeck che guiderà il ministero dell’Economia, Ambiente ed Energia, aggiungendo che il nuovo governo assume l’impegno fissato dall’Onu a limitare a 1,5% il surriscaldamento globale e cercherà di migliorare ulteriormente gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Per la copresidente verde Annalena Baerbock, che ricoprirà il ruolo di Ministra degli esteri, «i partiti della coalizione semaforo non si sono limitati a trovare un accordo sul minimo comune denominatore in materia di tutela del clima, bensì si sono impegnati a «guidare un cambio di paradigma».
Prima di presentare l’accordo di maggioranza, il neo cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha anche annunciato le misure aggiuntive che il futuro governo intende approvare per contrastare la pandemia, oltre quelle già varate dall’esecutivo in carica, come l’introduzione della “regola del 2G” (ingresso solo per vaccinati e guariti) nelle manifestazioni al coperto e in tutti i locali pubblici, e della “regola del 3G” (vaccinati, guariti o in possesso di test negativo) già in vigore per tutti i posti di lavoro e tutti i mezzi di trasporto pubblici.
C’è molto da imparare da questo accordo, a partire dal pragmatismo dei Grünen, che si confermano forza di governo capace di portare a casa obiettivi ambiziosi in campo energetico ed ambientale secondo una scansione temporale che non pretende il “tutto subito”, ma pianifica il cambiamento.
A livello di governo nazionale c’è poco da aggiungere: non resta che piangere sulla differenza tra un Roberto Cingolani e un Robert Habeck. Stesso nome, ma…una differenza di caratura abissale.
Auguri, dunque, di buon lavoro ad Annalena e Robert. Con la speranza che faccia da traino a tutta Europa!