Al momento stai visualizzando Il ritorno dell’ozono atmosferico”buono”

 

I primi allarmi per l’assottigliarsi dello strato di ozono nella stratosfera furono lanciati a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Il fenomeno fu subito associato alla reazione chimica di questo gas con il bromo rilasciato, ad esempio, dagli estintori, e con il cloro disperso dai clorofluorocarburi (Cfc), i gas usati nelle bombolette spray e come refrigeranti in frigoriferi e condizionatori.

Nell’agosto 1989, grazie alla ratifica da parte di 197 Stati, entrò in vigore il Protocollo di Montreal per la messa al bando delle sostanze chimiche nemiche dell’ozono atmosferico “buono” che ci protegge da un’eccessiva esposizione ai raggi solari ultravioletti.

A trent’anni di distanza, qual è il bilancio dell’azione svolta dal Protocollo? Lo strappo si sta ricucendo? La risposta degli esperti è positiva. Oggi la priorità è continuare a monitorare l’evolvere del fenomeno. Aprendo con decisione un altro fronte: quello della lotta all’ozono troposferico “cattivo”, ad “altezza del nostro naso”, in buona misura legato ai gas di scarico delle auto.

Di questo parlo nell’articolo “Il ritorno dell’ozono” uscito sul numero di gennaio 2019 de La nuova ecologia, ora disponibile anche online.

Leggi l’articolo https://www.lanuovaecologia.it/il-ritorno-dellozono/

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.