Ieri avevo concluso il mio post sull’intervento di polizia e carabinieri a protezione del taglio degli alberi del parco Don Bosco con una domanda: dopo lo stop dei lavori a metà giornata, l’Amministrazione comunale accoglierà la richiesta di comitati e associazioni ambientaliste di optare per un tracciato alternativo all’attuale progetto di pista ciclabile che comporta l’abbattimento di cinquanta alberi ad alto fusto? Io stessa avevo sollecitato il Sindaco e la Vicesindaca affinché si valutasse l’utilizzo dei tracciati ciclabili già presenti all’interno del parco.
Stamattina, come temevo, la risposta è arrivata invece da motoseghe, blindati, scudi e manganelli delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Uno scenario di violenza che avrà lasciato esterrefatti anche i ragazzi e le ragazze delle adiacenti scuole Besta che si recavano lì per sostenere gli esami di terza media.
Gli scontri tra attivisti e forze dell’ordine hanno lasciato sul terreno diversi feriti. Le motoseghe non si sono fermate nemmeno quando alcuni giovani si sono arrampicati sugli alberi come scudi umani in difesa delle piante. Scene incompatibili con una Bologna davvero attenta alla partecipazione e alla tutela del verde pubblico. La chiusura del Sindaco Lepore rispetto alla richiesta di realizzare la ciclabile dentro al parco, dove peraltro già esistono vari spezzoni realizzati in passato (vedi foto), è espressione di un decisionismo degno di miglior causa, per noi Verdi inaccettabile nella dialettica politica e istituzionale. Come vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna con delega alla partecipazione e Capogruppo di Europa Verde sono profondamente delusa.
Come ho scritto ieri, sia il tram che le piste ciclabili sono da sempre infrastrutture strategiche per noi Verdi, ma anche la tutela del verde urbano come spazio di ristoro e svago è un obiettivo fondamentale, tanto più in piena emergenza climatica, visto che gli alberi offrono una fondamentale difesa contro le sempre più frequenti ondate di calore e sono un prezioso aiuto per sequestrare la CO2, il più diffuso gas ad effetto serra. Questo i cittadini l’hanno capito. La crescente sensibilità per l’ambiente e il verde pubblico andrebbe assecondata e non combattuta. A Bologna al momento non è così.
Qui il mio articolo precedente: SÌ ALLA PISTA CICLABILE MA DENTRO AL PARCO DON BOSCO SALVIAMO GLI ALBERI