Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, che si terranno nei 28 paesi membri dell’Unione europea tra il 22 e il 25 maggio, esce in libreria il volume, da me ideato e curato, “Un’altra Europa. Sostenibile, democratica, paritaria, inclusiva” (Edizioni Ambiente).
Profondamente scossa nelle sue stesse fondamenta e negli ideali dall’odierna crisi economica, l’Unione europea sta conoscendo da mesi la più grave crisi di legittimità della sua storia, ed è attraversata da movimenti populisti e nazionalisti anti- Europa e anti-euro, che in alcuni casi esprimono un’autentica avversione per l’Europa, vista come l’entità matrigna delle politiche di austerity. Al punto che serpeggia la preoccupazione che alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del maggio prossimo si possa registrare in tutta Europa un tasso di assenteismo senza precedenti.
Come scrivo nell’introduzione, invertire la rotta verso un’altra Europa è però ancora possibile. Pre-condizione a tutto è che si ricominci a pensare in un orizzonte più ampio, cercando la soluzione alla crisi dentro e con l’Europa e in funzione dell’approfondimento del progetto europeo, non del suo affossamento, iscrivendo il nostro futuro in quell’orizzonte.
In questo contesto, con il libro “Un’altra Europa” ho inteso offrire – attraverso le voci che ho raccolto di alcuni autorevoli protagonisti del dibattito sul futuro dell’Europa e dell’euro – materiale su cui riflettere, aldilà del classico approccio da tifoserie di stadio contrapposte, e una nuova prospettiva in cui rilanciare l’obiettivo di un’Europa diversa: sostenibile, democratica, paritaria, inclusiva, solidale, fuori dalla crisi economica, sociale e generazionale.
Un’Europa paladina dell’ambiente e della lotta globale ai cambiamenti climatici, capofila quindi della transizione energetica verso un mondo de-carbonizzato: una transizione obbligata in termini energetici e ambientali che rappresenta anche un’opportunità di modernizzazione tecnologica e di rilancio sostenibile dell’economia e dell’occupazione sui mercati interni e globali.
Un’Europa battistrada nella diffusione delle politiche di genere per superare ogni forma di discriminazione delle donne e per mettere a profitto della società europea, e non solo, il loro contributo, aprendo la strada, di riflesso, al mainstreaming di genere4 e alle azioni positive anche nel resto del mondo.
Un’Europa che riduce le spese militari e incrementa la spesa sociale per un rilancio della crescita in termini di sostenibilità sociale e ambientale.
Un’Europa le cui istituzioni siano più vicine ai cittadini e più sottoposte a un autentico controllo democratico. Un’Europa che riprenda in mano il pur complesso disegno originario di un’Unione politica solidale, per migliorare le condizioni di vita degli europei, e non il contrario.
Anche per questo è importante che dalle prossime elezioni esca un Parlamento europeo a basso tasso di euroscettici e che la Commissione e il Consiglio europeo si diano un’agenda ambiziosa che imprima al ristabilimento della crescita il timbro della sostenibilità, e al risanamento dei conti quello della solidarietà e dell’inclusione sociale.
In questo orizzonte di un’Europa diversa e desiderabile c’è da augurarsi che anche la Presidenza italiana del Consiglio europeo nel secondo semestre 2014 dia prova di quell’energia riformatrice di cui il governo fa sfoggio in Italia e che, nel solco della tradizione europeista italiana, contribuisca a far uscire la Ue dalla risacca del populismo antieuropeo e dei risorgenti spiriti neonazionalisti.
Idee a tal proposito non mancano, come dimostrano le analisi, le riflessioni e le proposte delle autrici e degli autori dei contributi contenuti nel libro: Pier Virgilio Dastoli, Jürgen Habermas, Joyce Mushaben, Gabriela Abels, Pier Giorgio Ardeni, Joseph Stiglitz, Jean-Paul Fitoussi, Mario Pianta, Paolo Gerbaudo, Gianni Silvestrini, Monica Frassoni, Reinhard Bütikofer, Antonio Lumicisi, Sergio Andreis.
Silvia Zamboni