Solidarietà e vicinanza ai 229 dipendenti della Magneti Marelli di Crevalcore che rischiano di perdere il posto di lavoro per la decisione incomprensibile della proprietà di chiudere lo stabilimento.
È il messaggio che ho portato venerdì mattina, insieme ad una delegazione di Verdi, al presidio davanti ai cancelli.
Con gli operai e con i sindacati ho avuto modo di registrare una totale sintonia sui temi della transizione ecologica dell’industria e ho anche avuto conferma che questa decisione sciagurata della proprietà nulla ha a che vedere con l’evoluzione del mercato dell’automotive verso l’elettrico. Da giorni la Lega spara a zero contro Europa, Verdi, PD e il pensiero ambientalista. Sicuramente l’azienda è in ritardo nella transizione, ci hanno detto gli operai, ma le commesse già acquisite garantirebbero i tempi per continuare l’attività dello stabilimento e avviare al contempo investimenti per orientare la produzione verso la mobilità sostenibile elettrica.
È stato un confronto molto utile, dal quale è emersa con chiarezza la sensibilità di lavoratori e sindacati verso la transizione ecologica, vista come opportunità e non come ostacolo.
Agli operai e ai sindacati ho assicurato tutto il mio impegno e quello dei Verdi per evitare la chiusura dello stabilimento di Crevalcore e la dispersione di un immenso patrimonio di competenze.
Sul nostro territorio purtroppo c’è un altro caso surreale: quello della ex Bredamenarini, un’impresa storica oggi in grado di produrre bus elettrici, indispensabili per attuare la necessaria elettrificazione del trasporto pubblico locale. Eppure sono anni che rischia di chiudere i battenti. Se succedesse, in piena transizione green perderemmo l’unica impresa italiana che produce bus elettrici.