Bisogna investire nella mobilità su ferro, di persone e merci, molto di più di quanto si sia fatto in questi anni. Il treno deve essere il perno della transizione ecologica nella mobilità, non solo sulle tratte dell’alta velocità che collegano le metropoli.
Va potenziato il trasporto ferroviario di prossimità, assicurando condizioni dignitose di viaggio a milioni di pendolari. E va spostato dalla gomma al ferro il trasporto #merci, per togliere dalla strada milioni di mezzi pesanti, inquinanti e fortemente impattanti.
Per questi motivi ho colto con favore la notizia della conclusione della prima fase dei lavori per il potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea #BolognaPrato. Si tratta di interventi finalizzati ad adeguare la linea agli standard europei per il traffico delle merci con l’obiettivo di garantire il collegamento dei porti che insistono nell’area logistica costiera toscana ed emiliano-romagnolo con il centro e il nord dell’Europa.
Sarà però tutto il traffico ferroviario a beneficiare dei lavori in termini di maggiore regolarità del servizio e potenziamento della linea. In particolare, nell’area vasta bolognese questi interventi hanno interessato le stazioni di Monzuno, Pianoro e GrizzanaMorandi per migliorarne l’accessibilità. Siamo ben consci che c’è tanto da fare, basti pensare solo al completamento dell’SFM o ai tanti disagi quotidiani dei pendolari sulle linee minori. Ma abbiamo davanti un’ imperdibile opportunità per invertire la rotta: i fondi del PNRR sono l’occasione da non sprecare per potenziare la “cura del ferro”.