Al momento stai visualizzando LA SFIDA DI PAPA FRANCESCO PER LA PACE IN PALESTINA E LA GIUSTIZIA CLIMATICA
La voce di Papa Francesco torna a levarsi per la pace. La sua è una voce isolata e in direzione ostinata e contraria tra quelle dei leader globali, tanto più per la nettezza delle sue posizioni e l’idea di ecologia integrale che coniuga pace e giustizia sociale e climatica.
All’appello accorato per la pace, nel corso dell’evento Arena di Pace, ieri, a Verona, Francesco ha unito un abbraccio dal potente valore simbolico: quello con un israeliano e un palestinese. Un’immagine che resterà nella memoria collettiva, perché a stringersi al Papa sono stati Maoz Inon, israeliano, a cui Hamas ha ucciso i genitori il 7 ottobre, e Aziz Sarah, a cui la guerra ha strappato il fratello.
I simboli però non hanno smosso Netanyahu: la pace a Gaza è sempre lontana. L’ esercito israeliano continua a fare incursioni e dopo l’assalto nella notte al campo profughi di Nouseriat oggi si contano almeno 31 morti, 40 secondo altre fonti. Mentre 800.000 palestinesi sono in fuga da Rafah.
All’orrore si aggiungono i corpi di tre degli ostaggi trovati l’altro giorno sempre nella Striscia. Una situazione che richiederebbe un grande sforzo diplomatico per una soluzione di pace. La chiedono anche tanti israeliani, che ieri a migliaia hanno manifestato a Tel Aviv per chiedere le dimissioni di Netanyahu e il rilascio degli ostaggi.
Intanto, nel 218° giorno di guerra a Gaza, le vittime palestinesi dell’aggressione militare israeliana sono salite a 35.386 e i feriti a 79.366, alcuni dei quali rimasti mutilati, per cui porteranno le conseguenze dei bombardamenti per tutta la vita.
La voce di Papa Francesco, per quanto isolata, semina pace in tante direzioni e continua ad occuparsi dei temi al centro dall’enciclica Laudato Si’. Come ha fatto nel corso del recente incontro con le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali “Dalla crisi climatica alla resilienza climatica“, che si è concluso con l’elaborazione di “un protocollo universale di resilienza”. In quest’occasione, il Papa ha messo sul piatto dati allarmanti sulla crisi climatica e ha ribadito l’idea che giustizia sociale e ambientale devono andare e vanno a braccetto. Le Nazioni più ricche, ha detto Papa Francesco, producono oltre la metà degli inquinanti che fanno aumentare la temperatura globale alimentando l’effetto-serra. Al contrario, i tre miliardi di persone più povere contribuiscono per meno del 10% alle emissioni di gas serra, ma sopportano il 75% delle perdite che derivano dal global warming. I 46 Paesi meno sviluppati – per lo più africani – rappresentano solo l’1% delle emissioni globali di CO2 . Al contrario, le nazioni del G20 sono responsabili dell’80% di queste emissioni.
Uno squilibrio insostenibile, che impatterà sulle vite di noi tutti se non sapremo porvi rimedio.
L’idea di ecologia integrale del Papa è una sfida per tutti.
Noi Verdi-Europa Verde l’abbiamo messa in cima alle nostre priorità dalla nostra nascita.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.