L’Emilia-Romagna soffoca nello smog. Da giorni sforiamo i limiti delle polveri. Le misure di limitazione alla circolazione dei veicoli privati non bastano, tanto più che non valgono sul reticolo autostradale che attraversa la regione da ovest a est, da nord a sud.
Con l’inversione termica di gennaio e febbraio i dati delle centraline s’impennano. Succede ogni anno ma l’inizio del 2024 è stato davvero terribile: Legambiente ci dice che in poco più di un mese, alcune città della regione hanno già superato la metà dei 35 sforamenti consentiti nel corso di un anno: Modena con 21 sforamenti, Ravenna con 19, e Ferrara, Piacenza e Rimini a quota 17.
Da oggi al 2030 tutti i comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le concentrazioni di PM10 con una percentuale di riduzione compresa tra il 5% e il 30%, mentre per le PM 2.5 (le più piccole) la riduzione necessaria oscilla tra il 26% e il 47%. Di poco migliore la situazione per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), un gas dannoso per l’apparato respiratorio, per il quale la riduzione massima richiesta riguarda Modena con un 26%.
Nel report Mal’aria di Legambiente Emilia-Romagna c’è un altro dato preoccupante: i piccoli miglioramenti registrati nel 2023 sarebbero da attribuire principalmente a condizioni meteo favorevoli, e non a politiche di riduzione delle emissioni e alla transizione ecologica.
La battaglia per l’aria pulita è parte della storia dei Verdi e trasversale ad ogni nostra iniziativa politica: “cura del ferro”, potenziamento e elettrificazione del trasporto pubblico; percorsi ciclopedonali sicuri; riduzione della velocità stradale; promozione delle produzioni bio contro l’agricoltura intensiva e i mega allevamenti che originano emissioni di ammoniaca, un precursore delle polveri sottili; bioarchitettura e conversione degli impianti di riscaldamento a modalità meno inquinanti come le pompe di calore; stop a nuove autostrade e colate di cemento.
Temi che ho portato in più occasioni in Assemblea legislativa.
Nel recente dibattito sul Piano Aria regionale (Pair 2030), che finalmente ha una dotazione finanziaria importante per l’attuazione delle risorse (14 miliardi di euro tra fondi regionali, nazionali ed europei), ho presentato tre ordini del giorno – approvati – su questi temi: destinare parte dei pedaggi autostradali a misure compensative nei territori più esposti all’inquinamento atmosferico generato dal traffico; sostegno al completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna; impegno della Giunta regionale a sollecitare il Governo ad aumentare le risorse assegnate al Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale. degli ambiti verificare anche il veicoli nelle
Proposte simili a quelle di Legambiente Emilia-Romagna: ripensare la mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con Città a 30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli; agire sinergicamente sulle altre fonti di inquinamento, a partire dal riscaldamento domestico e dall’agricoltura.
Senza una svolta vera su questi temi, continueremo a subire danni alla nostra salute e a contare morti: sono 47.000 l’anno, in Italia, i decessi prematuri dovuti alle polveri Pm 2.5.
Di fronte a questi numeri non si può cedere ai ricatti di chi, alzando la voce, vuole meno vincoli su tutela dell’ ambiente e quindi della nostra salute.
La battaglia per la qualità dell’aria ci riguarda tutte e tutti e per questo dobbiamo sentirla come nostra.
Vi invito a seguire la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento” che Legambiente porterà in giro per l’Italia fino al 6 marzo. L’iniziativa farà tappa in 18 città per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. A Bologna appuntamento il 24 febbraio al Mercato Ritrovato.