Per combattere il caporalato e il lavoro nero in agricoltura – un fenomeno presente anche in Emilia-Romagna, come dimostrano alcune recenti indagini condotte dalla Magistratura – la Regione deve promuovere un Patto per il Giusto Compenso al Lavoro Agricolo.
E’ la richiesta che ho sottoscritto e presentato oggi alla stampa insieme a Paolo Galletti, come me co-portavoce della Federazione dei Verdi/Europa Verde Emilia-Romagna.
Bisogna agire con urgenza su due piani: il primo è la regolarizzazione dei braccianti immigrati per sottrarli alla malavita e allo sfruttamento; il secondo è garantire il giusto compenso ad imprenditori agricoli e braccianti lungo tutta la filiera produttiva, caratterizzata da squilibri di potere contrattuale a vantaggio della Grande Distribuzione Organizzata. Una situazione, questa, che facilita il proliferare del lavoro nero sottopagato come contrappeso alla sotto-remunerazione della produzione agricola.
Alla Giunta regionale Europa Verde chiede quindi di fare della Consulta Agricola regionale, in cui siedono tutti i soggetti della filiera (associazioni degli agricoltori, sindacati e Gdo), la sede per definire e siglare il Patto per il Giusto Compenso del Lavoro Agricolo, coinvolgendo in questo tavolo anche l’Ispettorato del Lavoro e le organizzazioni dei produttori agricoli biologici.
Chiediamo inoltre l’istituzione di un marchio “prodotto libero da caporalato”.
Per leggere il comunicato completo diffuso oggi cliccare qui: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2020/05/CS_EuropaVerde_Contro-caporalato-Patto-per-Giusto-Compenso_def.pdf