“Sicari”! Così #PapaFrancesco ha definito i medici che nelle strutture sanitarie pubbliche praticano l’interruzione volontaria di gravidanza prevista dalla #Legge194.
Parole sconcertanti, indirizzate al personale medico che opera per applicare una legge dello Stato italiano.
E così, dopo l’emendamento al PNR, approvato ad aprile scorso dalla maggioranza Meloni, che consente la presenza di #associazioni a
#antiabortiste nei #Consultori, è il Papa in persona ad attaccare nuovamente la #Legge194 attaccando i medici che la rispettano, medici ai quali voglio esprimere piena solidarietà.
Senza i percorsi legali nelle strutture sanitarie pubbliche le donne che decidono di interrompere la gravidanza si troverebbero costrette a ricorrere a strutture non in grado di garantire la loro integrità fisica, oltre che il supporto psicologico.
Chi mi segue sui social sa che ho il massimo rispetto e profonda gratitudine per le posizioni e gli appelli di Papa Francesco contro le #guerre. Così come stimo il suo impegno per l’ambiente, a partire dalla sua #EnciclicaLaudatoSi’, un manuale perfetto di cultura ecologista pubblicato nel 2015, l’anno della #Conferenza #Mondiale del #Clima #Onu di #Parigi, al cui esito positivo e innovatore le parole del Papa hanno sicuramente contribuito.
Posso capire che, come massima autorità della Chiesa Cattolica, sia contrario all’aborto. Ma definire sicari dei professionisti che applicano la legge italiana che riconosce il diritto delle donne all’interruzione di gravidanza in strutture pubbliche va oltre il diritto di dichiararsi contrari all’aborto.