Per i Verdi da sempre le politiche per la salute sono legate a doppio filo alla prevenzione primaria: ambiente sano e stili di vita e alimentazione corretti. E ricerca per associare dati su salute alle indagini sulla qualità dell’ambiente che, se pensiamo all’aria, sappiamo essere insoddisfacente nel bacino padano.
Nel mio mandato di Consigliera in Regione ho più volte sollecitato la prosecuzione dell’eccellente raccolta dati dell’Istituto Ramazzini sull’incidenza dei tumori a Bologna, fino ad aver ricevuto la rassicurazione dall’Assessore alla Sanità Raffaele Donini che anche il territorio bolognese finalmente è integrato nel Registro regionale tumori dopo anni di vuoto.
C’è un’altra buona notizia arrivata in queste ore: la Regione ha annunciato che lavorerà alla realizzazione di un ulteriore utile strumento di indagine. Si tratta dell’atlante in cui verranno incrociati i dati sulla qualità dell’aria con quelli sulla salute delle persone che vi abitano, così da mappare le zone più a rischio di malattia. Si indagherà sulle relazioni tra qualità dell’aria e salute, si monitoretanno gli inquinanti non convenzionali per comprendere le concause di sviluppo di patologie legate alla qualità dell’ambiente di vita. L’intenzione è valutare anche patologie ancora trascurate in epidemiologia ambientale, come ad esempio il diabete o le malattie neurodegenerative, la cui correlazione con l’inquinamento non è ancora pienamente compresa.
Per individuare modelli efficaci da condividere con la comunità scientifica, la Regione Emilia-Romagna si è candidata come capofila di un progetto finanziato da un bando del ministero della Salute, piazzandosi al primo posto davanti a una ventina di altri candidati e ottenendo un finanziamento pari 2,1 milioni di euro.
Del team di ricerca delle otto Regioni capitanate dall’Emilia-Romagna fanno parte quelle del Bacino Padano, con cui la Regione collabora già da tempo sul tema della qualità dell’aria.
L’atlante sarà costruito ricorrendo ai dati delle centraline di misurazione degli inquinanti, ai dati satellitari, all’assistenza sanitaria e ai registri delle anatomie patologiche. Si prenderanno in considerazione anche le variabili socioeconomiche e, quando possibile, gli stili di vita. Il risultato atteso è arrivare a disporre di strumenti efficaci per coordinare l’elaborazione, l’interpretazione e la fruizione dei dati disponibili, ovvero algoritmi, codici e mappe che associno qualità dell’aria e numero di malattie e decessi zona per zona.
L’atlante metterà a disposizione degli specialisti di settore, dei decisori politici e della popolazione anche informazioni sulle ricadute delle strategie di miglioramento della qualità dell’aria, seguendo un metodo scientifico rigoroso.