Una mia risoluzione, approvata a luglio dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, impegna la Giunta regionale a sollecitare il governo perché intervenga presso le autorità egiziane per il rilascio di #PatrickZaki. La reiterata conferma della sua carcerazione preventiva a otto mesi dall’arresto, per reati d’opinione, è una doppia vergogna che lede profondamente i diritti dell’uomo e il diritto giurisprudenziale.
Continua intanto la mobilitazione a livello internazionale. E’ notizia di questi giorni che 56 deputati Democratici del Congresso degli Stati Uniti hanno inviato una lettera al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi chiedendo di fermare gli arresti immotivati, le campagne repressive senza precedenti e l’uso della carcerazione preventiva, lo strumento abusato dal regime del Cairo e di cui in tanti stanno pagando le conseguenze, come Patrick Zaki.
Il governo italiano non si faccia dettare la politica estera dagli interessi dell’Eni al largo delle coste egiziane e intervenga per Zaki. Anche perché sia fatta luce sulla morte di Giulio Regeni.
Nella foto sono di fianco al ritratto di Zaki realizzato da Francesca Grosso e donato dall’associazione InOltre – Alternativa Progressista all’Assemblea legislativa. Il testo realizzato con la forma d’arte denominata calligraphy art (arte espressa a parole) rappresenta la lettera tradotta in sedici lingue, scritta dall’associazione donante in collaborazione con Amnesty International – Italia con cui si chiede maggiore attenzione al caso, ma soprattutto la scarcerazione dello studente. La lettera è stata inviata in 199 copie, una per ciascuno dei giorni di prigionia, al carcere di Tora.