Lo sviluppo impetuoso della logistica non può passare sopra i diritti dei lavoratori e non può derogare all’obiettivo di contrastare il consumo di suolo. È un settore rilevante per l’economia italiana (116 miliardi di fatturato annuo e oltre 760 mila addetti) e l’Emilia-Romagna è la terza regione in Italia per volume d’affari: il 9,8% del totale nazionale.
Questo comparto, però, si caratterizza per squilibri ed iniquità rilevantissime: lavoro precario, insicuro e dequalificato, consumo di suolo e incremento del trasporto merci su gomma.
Sono tutte criticità su cui è necessario intervenire per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale del settore. Servono regole contro lo sprawl logistico e il consumo di suolo agricolo, e l’impegno delle istituzioni pubbliche a premiare quelle realtà imprenditoriali che adottano un approccio etico e tutelano i diritti dei lavoratori.
Va in questa direzione l’interrogazione sul tema della logistica etica che ho depositato in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna. Con questa interrogazione Europa Verde Emilia-Romagna sollecita la Giunta regionale a promuovere l’adozione di uno strumento analogo alla Carta della Città metropolitana di Bologna per la Logistica Etica, rendendo la sottoscrizione di un tale accordo su base regionale un criterio premiale e preferenziale per ottenere finanziamenti, aiuti alle imprese, aggiudicazione di appalti pubblici e agevolazioni nell’ambito di progetti di logistica di competenza regionale.
Chiediamo anche una regia regionale che sovraintenda all’autorizzazione della realizzazione di nuovi progetti di poli e depositi logistici per evitare una diffusione indiscriminata e il conseguente eccessivo consumo di suolo.
Ci sono già buone pratiche e indicazioni da seguire per uno sviluppo sostenibile del comparto: nell’interrogazione facciamo riferimento alla necessità di concentrare le attività negli interporti caratterizzati dai collegamenti ferroviari per la movimentazione delle merci, e di sostenere percorsi di evoluzione verso la reverse logistics, cioè l’insieme di pratiche e processi destinati a gestire i resi e il rientro dei prodotti dai punti vendita al produttore per eseguirne la riparazione, il riciclo o lo smaltimento al minor costo possibile.
Queste richieste di Europa Verde sono coerenti con il “Patto per il Lavoro e il Clima” voluto dalla Regione .Ora occorre passare dalle parole ai fatti. E senza perdere tempo.
Il testo dell’interrogazione: https://bit.ly/38nkPCt