Oggi la Commissione Politiche Economiche dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità la mia risoluzione, che impegna la Giunta regionale a definire un Patto per il Giusto Compenso al Lavoro Agricolo coinvolgendo le forze economiche e sociali dell’intera filiera agroalimentare.
Per contrastare il fenomeno del caporalato le indagini della magistratura e dell’Ispettorato del Lavoro, pur fondamentali, da sole non bastano. Occorre fissare le regole alla base del giusto salario per i lavoratori e del giusto profitto per gli imprenditori, per prosciugare il terreno di coltura del lavoro nero e del bracciantato sottopagato, funzionale a “compensare” gli squilibri di forza contrattuale all’interno della catena del valore della filiera agricola.
Per questo, la risoluzione impegna la Giunta da un lato a trovare una soluzione strutturale alla questione del giusto compenso nell’ambito della Consulta agricola regionale, inserendovi l’Ispettorato del Lavoro e la rappresentanza dei produttori agricoli col metodo biologico, che oggi ne sono esclusi; dall’altro a promuovere la costituzione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità, quali strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato, rafforzando al contempo i meccanismi premiali da riconoscere alle imprese agricole aderenti alla Rete e da inserire nei futuri bandi del Programma di Sviluppo Rurale per la concessione di contributi regionali.
In questo modo si potrà rendere il lavoro agricolo socialmente sostenibile e premiare i produttori onesti.
Infine, ho chiesto alla Giunta di valutare l’opportunità di istituire un marchio di certificazione per i prodotti “liberi dal caporalato”.
Per leggere il testo della risoluzione: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2020/07/RIS-caporalato.pdf