Oggi sono intervenuta nel corso dei lavori della commissione sanità.
Ho focalizzato l’intervento sia sul tema dello smaltimento delle mascherine usa e getta e sulla possibilità di distribuire mascherine riutilizzabili (lavabili), siasul contributo del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna alla ricerca medica sul covid19, in particolare sulla plasmaterapia.
Per quanto riguarda lo lo smaltimento scorretto delle mascherine ho sottolineato che è già stato lanciato l’allarme sulla loro presenza in mare, nei corsi d’acqua e nell’ambiente, per cui lo smaltimento improprio di questi dispositivi di protezione rischia di diventare un fattore molto critico che bisognerà affrontare nella comunicazione richiamando ognuno al senso di responsabilità: le mascherine usa e getta di tipo chirurgico non vanno buttate nell’ambiente anche perché potrebbero essere potenzialmente infette, e quindi vanno buttate nell’indifferenziato destinato a uno smaltimento sicuro.
Inoltre, bisognerebbe fare comunicazione e attività di ricerca sulle tipologie di mascherine lavabili riutilizzabili, in modo da identificare quei modelli che non perdono l’efficacia dopo il lavaggio. Ho quindi chiesto alla Giunta di approfondire questi aspetti altrimenti rischiamo,da un lato, di restare senza scorte di mascherine se prevale l’uso di quelle usa e getta, e dall’altro di buttare nell’ambiente del materiale, per di più col rischio che sia infetto.
Per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, ho sottolineato che ovviamente oggi l’obiettivo principale è affrontare l’ epidemia, contrastarla e contenerla dal punto di vista terapeutico. Considerata però l’eccellenza di livello mondiale della sanità regionale, ho chiesto se sta dando un contributo anche sul piano della ricerca sperimentale. A mia conoscenza, ho aggiunto, c’è in corso una ricerca dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna sull’uso dell’eparina che pare aver avuto dei risultati quasi miracolosi. Nei giorni scorsi si è parlato anche della plasmaferesi: su questo, ho precisato, ho sentito la virologa Ilaria Capua esprimersi in maniera molto cauta sostenendo che l’uso del plasma espone a tali rischi che va usato proprio quando non ci sono alternative disponibili e non si può usare nient’ altro. E anche in Emilia-Romagna rispetto alle ricerche su questa cura si sono registrate comunicazioni contrastanti”.
L’Assessore alla Salute Raffaele Donini ha raccolto la mia proposta sulle mascherine lavabili “sia per una questione ecologica ma anche per una questione economica. Ovviamente – ha detto – penso alle mascherine che vorremmo distribuire ai cittadini che le usano per uscire a fare la spesa, soprattutto adesso che viene anche la stagione calda. Insomma, avere una mascherina che uno possa lavare in casa è utile sia sul piano ecologico ma anche sul piano economico. Stiamo ricercando le aziende produttrici e purtroppo sono ancora poche. Spero veramente che si possa produrre questa ulteriore evoluzione”.
Per quanto riguarda la plasmaterapia, ha spiegato la Direttrice Generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione ER Kyriakoula Petropulacos, “abbiamo avviato due protocolli regionali. Il primo sul tema dell’utilizzo e della produzione del plasma iperimmune, il secondo lo abbiamo fatto convergere in un protocollo nazionale che ha come principali promotori AIFA e l’Istituto Superiore di Sanità e al quale parteciperanno tutte le nostre unità operative di malattie infettive e tutti i nostri centri trasfusionali. E’ una terapia rispetto alla quale ci sono molti dubbi e vorremmo contribuire anche con la nostra attività all’interno di questo ampio progetto di ricerca a metterla a punto. Dal nostro punto di vista l’obiettivo finale dovrebbe essere quello di riuscire anche ad avere la produzione di immunoglobuline specifiche, rispetto al plasma fresco da donatore, che ci permetterebbero anche di fare scorte e di avere una gestione meno legata alla disponibilità di donatori.