Intervenendo all’assemblea di Legambiente come socia del circolo di Bologna (ma la mia prima iscrizione fu al circolo nazionale, più o meno nel 1986, anno in cui guidai la prima spedizione di Goletta Verde) ho potuto sottolineare i tanti punti di contatto con – senza nominarli per evitare il timore di strumentalizzazioni – i Verdi dell’Emilia Romagna.
Dalle critiche al Piano integrato regionale dei trasporti (dissonante rispetto all’urgenza di cambiare direzione alle politiche per la mobilità in risposta all’emergenza climatica, a favore della mobilità su ferro e del potenziamento del trasporto pubblico locale), alle critiche alla Legge regionale sull’urbanistica (che perversamente affida ai privati il controllo del consumo di suolo non edificato), fino alla necessità di ribaltare il paradigma degli investimenti pubblici e dell’economia, per attuare la conversione ecologica, l’unica in grado di invertire la rotta dei cambiamenti climatici: tanti i cruciali punti di condivisione.
E sul piano locale, la necessità di contrastare l’inquinamento acustico dell’aeroporto Marconi di Bologna, che vedrà i Verdi bolognesi protestare sabato 12 ottobre, alle ore 11, nel cortile di Palazzo Comunale, insieme al comitato COCOMPAER (Comitato per la Compatibilità Aeroporto-Città).
In aggiunta alle condivisioni, interessanti anche le informazioni puntuali portate dai rappresentanti dei circoli locali, come quella relativa al Consorzio delle Alte Valli del Ceno, del Trebbia, del Nure e dell’Aveto. Un progetto che presto potrebbe portare alla creazione del più grande BioDistretto d’Europa, e che coinvolge cinque vallate, tredici comuni, due regioni (Emilia Romagna e Liguria) e tre province (Genova, Piacenza e Parma).
E’ questa l’economia verde che ci piace.