Il mondo delle ciclo-consegne a domicilio deve virare decisamente nella direzione dei diritti di lavoratrici e lavoratori e delle regole contrattuali. Basta con lo sfruttamento delle centinaia di rider che vediamo sfrecciare ad ogni ora, e in ogni condizione meteo, per le strade delle nostre città.
Alcune realtà di consegne etiche stanno nascendo in diverse parti d’Italia, a partire dalle esperienze già avviate a Bologna e in Toscana. Ciò che rende unica Takeve, una startup di consegne a domicilio attiva a Roma, è il fatto di essere composta da sole donne. Sicuramente un unicum in Italia, e probabilmente nel mondo. Una realtà che ha inoltre il valore aggiunto dell’inclusione e della multiculturalità, visto che fondatrice è di origine peruviana. Insieme all’attenzione alle questioni di genere, ovviamente scontate in questo contesto, la startup cura anche sicurezza sul lavoro e non manca la solidarietà: una percentuale dell’incasso di ogni consegna viene destinato ad associazioni benefiche.
Al momento la start-up ha un raggio d’azione limitato ad alcune zone di Roma, ma il suo piano di sviluppo è ambizioso.
Le realtà di delivery etico hanno in comune il legame con il territorio, non sono regolate da algoritmi segreti, e rispettano i diritti. A dimostrazione che sono possibili altri modi di fare consegne a domicilio. La politica e le istituzioni devono fare la loro parte, impegnarsi per il riconoscimento dei diritti dei rider e sostenere le realtà etiche che nascono nel territorio. Non mancherà il mio impegno in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna e quello di Europa Verde.
Buona strada alle rider di Takeve