Esprimo forte preoccupazione per le nuove tensioni nei rapporti tra Israele e Palestina a seguito della presentazione da parte del Presidente Trump il 28 gennaio scorso del documento “Peace to Prosperity: A Vision for Improving the Lives of the Palestinian and Israeli People”, un cosiddetto “piano di pace” che in realtà lede i diritti della popolazione palestinese che vive in Cisgiordania.
Il piano del Presidente Trump appoggia l’accoglimento delle richieste di Israele, quali Gerusalemme capitale indivisa dello Stato d’Israele; totale sovranità israeliana sulla valle del Giordano e su tutti i confini; annessione degli oltre 150 insediamenti (in violazione del diritto internazionale) in Cisgiordania; diritto insindacabile di Israele relativamente alle dispute internazionali, con proibizione per i palestinesi di avvalersi di organismi terzi.
In cambio dell’annessione degli insediamenti israeliani illegali già esistenti, ai palestinesi si offre un temporaneo congelamento della costruzione di nuove colonie, la previsione di un futuro Stato di Palestina da realizzare sulle parti non annesse ad Israele, la continuità territoriale per lo Stato palestinese garantita da un tunnel sotterraneo che unirà Cisgiordania e Gaza (nota come “la più grande prigione a cielo aperto del mondo”), futura capitale da individuare nella frazione di Abu Dis ed investimenti e prestiti per 50 miliardi di dollari da parte di alcuni paesi arabi e donatori internazionali a favore del futuro Stato palestinese.
L’annuncio del governo israeliano di voler procedere, a partire dal 1° luglio 2020, con l’annessione di vaste aree della Cisgiordania occupata, inclusa la Valle del Giordano e molte colonie israeliane realizzate su terreni privati di proprietà palestinese, avviando nei fatti l’attuazione del Piano Trump, desta preoccupazione nella comunità internazionale ed è stata fortemente criticato dall’Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell, che ha dichiarato: “In linea con il diritto internazionale e le relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’Unione Europea non riconosce la sovranità di Israele sui territori occupati dal 1967. Passi verso l’annessione, se eseguiti, non possono passare senza conseguenze”.
La stessa Corte Suprema di Israele il 10 giugno scorso ha annullato come “incostituzionale” la legge del 2017 che avrebbe legalizzato circa 4.000 case costruite dai coloni israeliani in Cisgiordania su terra privata palestinese. La decisione si basa sul fatto che la legge “viola i diritti di proprietà e di eguaglianza dei palestinesi mentre privilegia gli interessi dei coloni israeliani sui residenti palestinesi”. I giudici hanno anche stabilito che la legge (approvata con il titolo di “regolarizzazione”) non “fornisce sufficiente rilievo” allo status dei “palestinesi come residenti protetti in un’area sotto occupazione militare”.
È il momento di far sentire anche la voce del Governo italiano. Non sono più accettabili ulteriori violazioni del diritto internazionale che privano ancora di più i palestinesi dei loro diritti. Per questo con la risoluzione che ho depositato oggi chiedo alla Giunta regionale di sollecitare il Governo Italiano a manifestare in ogni sede la propria contrarietà al cosiddetto Piano di pace del Presidente Trump e ad ogni eventuale annessione di territori palestinesi occupati da parte di Israele e ad intervenire a livello politico e diplomatico per impedire ulteriori violazioni del Diritto Internazionale e dei Diritti Umani da parte di Israele e ad adottare misure concrete atte a sanzionare tali violazioni, come è stato fatto nei confronti di altri paesi.
Per leggere la mia risoluzione: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2020/06/RISOLUZIONE_-Palestina_EuropaVerde.docx