Oggi ho depositato un’interrogazione in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna per chiedere chiarimenti alla Giunta regionale in merito al bando emanato dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po per l’affidamento in concessione della cattura e delocalizzazione di esemplari di daino presenti nel territorio del Parco del Delta del Po.
Nel territorio del Parco sono presenti da oltre 20 anni due nuclei di provenienza estranea al territorio, frutto di fughe dalla cattività di un ridotto numero di esemplari (circa 15 per nucleo) che poi si sono riprodotti a ritmo elevato e fuori da ogni controllo. I due nuclei sono localizzati nella Pineta di Volano e zone limitrofe a Nord e nella Pineta di Classe e zone limitrofe a Sud. Attualmente, considerando l’aumento medio del 30% nell’ultimo quinquennio e le osservazioni dirette o con fototrappole, è stata stimata la presenza di circa 700 esemplari nella zona della Pineta di Classe e di circa 450 nella zona della Pineta di Volano. Il bando emanato dal Parco del Delta del Po consente di prelevare, durante i tre anni di concessione, fino a 1.150 esemplari, ossia fino alla completa eradicazione della specie.
Pur consapevoli dei problemi che un aumento incontrollato del numero di daini può causare alla componente naturalistica presente sul territorio (flora, vegetazione delle pinete e delle praterie naturali, ecc.), riteniamo doveroso che la Regione appuri se l’Ente Parco del Delta del Po abbia preso in considerazione tutte le misure ecologiche alternative alla soppressione, quali quelle menzionate da Enpa e dalla Associazione “Rete a tutela dei daini di Classe e di Lido di Volano” ovvero: cattura non violenta dei daini tramite reti e loro trasferimento in strutture (pubbliche o private) disposte ad accoglierli; somministrazione di farmaci contraccettivi, come, ad esempio, il GonaCom usato per la sterilizzazione dei cinghiali e oggetto di un progetto di sperimentazione da parte del Ministero della Salute.
Europa Verde si unisce alla richiesta che si costruisca un percorso condiviso con le Associazioni ecologiste e le istituzioni scientifiche per evitare la brutale soluzione prospettata della macellazione senza prima tentare altre strade. E ricorda che da anni chiede l’istituzione di un unico Parco Delta del Po nazionale che riunisca le aree che ricadono nel Veneto e in Emilia-Romagna dotandolo di adeguate risorse che consentano una più puntuale tutela della ricca biodiversità della flora e fauna presenti. Risorse che anche in questo caso avrebbero consentito una migliore gestione del problema del soprannumero dei daini.
Trovate qui il testo della interrogazione.