i può ridurre la superficie di un’ #oasi ricca di biodiversità per consentire in quel territorio l’ #attivitàvenatoria? Per quanto possa suonare surreale, è invece ciò che accade in provincia di Forlì-Cesena.
Per questo oggi ho depositato in Assemblea legislativa un’interrogazione per chiedere chiarimenti alla Giunta in merito alla delibera regionale n. 1141, approvata lo scorso 3 luglio che, per far posto alla #caccia, riduce di oltre la metà l’Oasi di #Montetiffi, un’importante #areaprotetta istituita dalla Regione nel 2020, che tocca i comuni di Mercato Saraceno e Sogliano al Rubicone. La preziosità di questa oasi è confermata dal fatto che comprende ben nove #habitat di interesse comunitario, di cui quattro prioritari che coprono complessivamente il 37% della superficie del sito. Questo habitat si caratterizza, inoltre, per una considerevole #biodiversità floristico-vegetazionale.
Più in dettaglio, la delibera regionale riduce la SASP (superficie agro-silvo-pastorale) dell’Oasi di Montetiffi portandola da 1.092 ettari a 409 ettari. Tale riperimetrazione – si legge nel provvedimento – è finalizzata ad un più efficace contenimento della presenza dei #cinghiali consentendone l’abbattimento con l’utilizzo di tutte le forme di caccia consentite. Insieme all’ampia porzione dell’Oasi di Montetiffi, il provvedimento apre alla caccia (in burocratese nel testo: utilizzo faunistico-venatorio del patrimonio demaniale #forestale) altre aree protette nella provincia di Forlì-Cesena: ‘Rio Cozzi’, ‘Quarto’ e ‘San Valentino’, più la Zona di Ripopolamento e Cattura – ZRC denominata ‘Monte Forche’.
In altre parole, viene consentita l’attività venatoria in aree dove prima era vietata. La Giunta ha motivato la delibera nell’ambito del contrasto alla peste suina. Ma è possibile che questo contrasto debba marciare sulle gambe delle doppiette e del ridimensionamento dell’oasi?
Nell’interrogazione ricordo che, in risposta alla decisione della Giunta, lo scorso 31 luglio sulla piattaforma www.change.org è stata lanciata una petizione indirizzata alla Regione Emilia-Romagna, alla Sindaca del comune di Sogliano al Rubicone, alla Provincia di Forlì-Cesena e all’ISPRA con la quale promotori e gli oltre 400 firmatari chiedono di fermare l’attuazione della delibera regionale per almeno un anno e di aprire un tavolo di concertazione in cui abbiano voce in capitolo tutte le parti interessate.
Ovviamente non posso che condividere le preoccupazioni dei promotori della #petizione: l’estensione dell’esercizio dell’attività venatoria ad aree protette potrebbe compromettere la ricca biodiversità dei siti coinvolti e anche mettere a rischio l’incolumità di chi ci vive e lavora. Oltre tutto l’oasi è un territorio ricco non solo di boschi, sentieri e fiumi, ma anche di arte e cultura. Come viene evidenziato nel testo della petizione, e come evidenzio nell’interrogazione, i numerosi turisti e #camminatori che frequentano questi luoghi saranno costretti a condividere con i #cacciatori i sentieri che compongono la carta dei “Sentieri dell’alto Rubicone”, o addirittura a rinunciare a frequentare quei #sentieri nei periodi di caccia per paura delle cartucce che voleranno.
Con l’interrogazione chiedo se, prima di approvare la delibera, la Giunta regionale abbia valutato ed escluso che la drastica riduzione della superficie dell’Oasi di Montetiffi, finalizzata a consentire l’attività venatoria in una vasta area naturale protetta, possa compromettere la sicurezza sia delle persone che abitano nell’Oasi sia di turisti e camminatori che la frequentano. E la sollecito ad accogliere la richiesta avanzata con la petizione di aprire un tavolo di concertazione che coinvolga tutte le parti interessate, al fine di riconsiderare i contenuti della Delibera e di trovare soluzioni condivise.
Per i Verdi le misure di contenimento del cinghiale non possono andare a detrimento dell’ #ambiente, della #sicurezza delle persone e della libera fruizione delle aree protette.
A questo link il testo dell’interrogazione: https://www.silviazamboni.it/…/EuropaVerde_INT_Oasi…