Ottime notizie: il ministero dell’Ambiente ha dato l’ok alla Valutazione di impatto ambientale dei due progetti di impianti eolici offshore nel mare di Rimini e Ravenna. Un passaggio decisivo e imprescindibile, questo, per l’avvio della loro realizzazione, in quanto la chiusura positiva del procedimento di VIA é requisito indispensabile per partecipare alle aste previste entro la fine dell’anno.
Per avviare i lavori dell’impianto Agnes a Ravenna (che comprende anche un impianto fotovoltaico flottante) e quello di Wind 2000 al largo di Rimini ora manca solo l’autorizzazione unica.
Nel documento del Ministero dell’Ambiente si legge che “è espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale dei progetti, specificando che il provvedimento ha una durata di dieci anni”, trascorsi i quali, fatta salva la facoltà di proroga su richiesta del Proponente, la procedura di valutazione di impatto ambientale dovrà essere reiterata. È inoltre autorizzata la posa in opera di cavi e condotte sottomarine, con una serie di condizioni ambientali da rispettare secondo il parere del Ministero della Cultura, che si è espresso alcune settimane fa. Saranno gli stessi Ministeri a verificare che tutto sia realizzato secondo le disposizioni stabilite”.
Recentemente, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha anche firmato il decreto Fer 2, mirato a sostenere la realizzazione di 4,6 GW di impianti rinnovabili innovativi o con elevati costi di generazione. Il decreto prevede una serie di aste pubbliche competitive per il periodo 2024-2028, incentivando anche gli impianti eolici offshore, sia flottanti che su fondazioni fisse, con una distanza minima dalla costa pari a 12 miglia nautiche
Contro i progetti si erano mobilitati a livello locale Lega, Fratelli d’Italia e numerose associazioni di categoria. Dicevano che era utopistico l’avvio dei lavori per l’impianto eolico in mare a Rimini nel 2025 e che il territorio non li voleva: ma sono stati smentiti dagli eventi odierni. E sinceramente sembra davvero paradossale che chi governa tante città e il nostro Paese non capisca come d’ora in poi l’approccio ai temi energetici debba cambiare radicalmente rispetto ai loro schemi, se vogliamo far fronte all’emergenza del cambiamento climatico che impatta fortemente sull’ambiente, sulle nostre vite, sull’agricoltura, sul turismo. Senza scordare che più energia da rinnovabili vuol dire riduzione dei costi di import di fonti fossili. E che ridurre l’uso dei fossili vuol dire ridurre le emissioni di gas serra e quelle degli altri inquinanti che peggiorano la qualità dell’aria che respiriamo.
Come Verdi abbiamo sostenuto con forza la realizzazione degli impianti eolico-solare di Ravenna ed eolico di Rimini.
E anch’io me ne sono occupata in Regione. Nel marzo dello scorso anno, come capogruppo di EUROPA VERDE avevo interrogato la giunta regionale dell’Emilia Romagna per sapere a che punto erano gli iter autorizzativi per far partire i lavori, sottolineando che i 930 MW di potenza complessiva in attesa di autorizzazione erano cruciali per la transizione energetica fuori dal fossile per la nostra regione. In quel cotesto feci anche notare che, mentre il Sole 24 Ore evidenziava la buona performance delle città della Romagna nella classifica sulla diffusione del fotovoltaico con Ravenna seconda dopo Roma, Forlì quinta e Rimini sesta, secondo il rapporto di Legambiente ‘Scacco matto alle rinnovabili’ l’Emilia-Romagna nel 2022 era tra le regioni con meno eolico approvato. Una situazione che si spiega non solo con l’ostilità delle comunità locali ad accogliere questi impianti, ma anche con la scarsità di “potenza eolica” installabile nella nostra regione, se si eccettua proprio l’Adriatico al largo della costa e qualche crinale montano.
Concludo con un’altra nota positiva: in relazione alla Legge Regionale 5/2022 “Promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”, stando ai dati aggiornati a giugno 2024 sono 125 i progetti per la costituzione e progettazione di CER finanziati dalla Regione Emilia-Romagna.
La Regione ha più che raddoppiato le risorse iniziali portandole da 2 a oltre 4,6 milioni di euro a favore dei progetti approvati.
Il nuovo Bando per contributi alle CER prevede la copertura dei costi per la realizzazione degli impianti di produzione e di accumulo di energia prodotta.
Con l’aggiunta dell’istituzione, nel premio regionale per la responsabilità sociale d’impresa e l’innovazione sociale, di una specifica categoria riservata alle comunità energetiche rinnovabili.