La torre Garisenda di Bologna – quella pendente – è malata. Bisognerà fare ogni sforzo e ogni sacrificio per metterla in sicurezza ed evitarne il crollo. Le analisi che sono in corso ci diranno come intervenire per rinforzare il basamento ed evitare nuove criticità.
Le Due Torri – Garisenda e la svettante Asinelli al suo fianco – sono simbolo e parte integrante dell’identità di Bologna, noti in tutto il mondo. La loro tutela, insieme a quella di tutti gli altri monumenti della città, deve essere prioritaria rispetto a tutto il resto.
In tanti hanno detto in questi giorni che la discussione attorno alla Garisenda, con la decisione di chiudere la piazza sotto le Due Torri e lo spostamento del traffico da via San Vitale, può essere un’opportunità per dare un nuovo volto alla città, con l’estensione della pedonalizzazione nel centro e fuori dal centro. Condivido! Per noi Verdi la pedonalizzazione è una battaglia che sosteniamo da decenni, dal primo referendum degli anni ‘80 per la chiusura del centro storico alle auto. Pedonalizzare è la direzione che stanno prendendo molte città in tutto il mondo, anche come modo per rigenerare pezzi di città e creare nuova economia di prossimità.
Ovviamente comprendo i disagi che la vicenda Garisenda sta creando a residenti e commercianti, ma trovo anacronistico associare un’idea di floridità commerciale e di business al passaggio delle auto. Il mondo va in direzione opposta. Come Bologna: i T-days (per i non bolognesi è la chiusura di tre strade centrali sabato e domenica) sono la dimostrazione che senz’auto vediamo un altro centro storico, vivace e attraente, animato dalla presenza di migliaia di persone che camminano, guardano le vetrine e affollano negozi e bar.
Come Verdi siamo impegnati a dare il nostro contributo perché si colga l’occasione della “malattia della Garisenda” per rendere strategica, e non solo emergenziale, l’opzione della pedonalizzazione. Penso, ad esempio, alla realizzazione delle school street (le aree interdette alle auto intorno alle scuole per accrescere la sicurezza stradale dei bambini), che la Regione finanzia accogliendo una mia risoluzione in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
Aggiungo solo che bisognerà trovare il modo per conciliare le nuove pedonalizzazioni con il passaggio delle linee del tram, in costruzione e in progettazione. Il tram è l’alternativa all’auto a zero emissioni e ad alta capacità di trasporto che va integrato con una mobilità che metta al centro la ciclopedonalità.
Senza fare una guerra ideologica all’auto, una città con più biciclette, pedoni e mezzi di trasporto pubblico, è più sana