Oggi sono intervenuta in Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità dell’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
a seguito dell’informativa dell’Assessora all’Ambiente, Irene Priolo, sull’adozione di disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria.
a seguito dell’informativa dell’Assessora all’Ambiente, Irene Priolo, sull’adozione di disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria.
La sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea, arrivata il 20 ottobre scorso, sulla violazione dei valori limite di concentrazioni di particelle PM10 nell’aria del bacino padano rappresenta una cartina di tornasole sul sostanziale fallimento delle politiche ambientali regionali. Quello che è stato fatto finora non è stato efficace. Una bocciatura che era stata preceduta da molti anni dalla sentenza “scientifica-sanitaria” dell’Agenzia europea dell’ambiente che aveva classificato il bacino padano come uno dei territori a più alto tasso di inquinamento atmosferico, causa di migliaia di decessi prematuri ogni anno.
Anche per questo la Regione non può più perdere tempo e deve adottare misure strutturali in modo da uscire dalla logica dell’emergenza per mettere in campo piani finalizzati a migliorare la salute dell’ambiente e quindi la nostra.
Bisogna intervenire in tutti i settori coinvolti nelle emissioni di gas inquinanti per la salute che al contempo alimentano anche l’emergenza climatica: l’agricoltura, gli allevamenti intensivi, la mobilità, il riscaldamento e la produzione di energia.
Un compito da affrontare cogliendo la fase di nuova programmazione che si apre con il rinnovo del piano rifiuti, del piano trasporti, del piano dell’aria e del piano energetico, che devono fissare obiettivi in linea con la lotta allo smog e all’emergenza climatica. E sarà fondamentale anche il monitoraggio delle misure prese e degli effetti che avranno sul nostro territorio.
Delle misure annunciate dall’assessora Priolo trovo molto innovativo il modello di monitoraggio predittivo che verrà introdotto per prendere i provvedimenti prima che si entri in emergenza. E apprezzo anche i 21 milioni che verranno stanziati con un provvedimento specifico a sostegno della gestione a basso impatto dei liquami derivanti dagli allevamenti (che contengono ammoniaca che è un precursore delle PM 10), della sostituzione delle stufe a pellet più inquinanti, e della mobilità sostenibile pedonale e ciclistica: dal bike to work al bike to school, dalle strade scolastiche alle corsie ciclabili d’emergenza, tutte misure che ho sostenuto con le mie risoluzioni approvate nei mesi scorsi.
Avremmo la grande opportunità di finanziare il risanamento del bacino padano con i fondi della Next Eu Generation. Ma il condizionale è d’obbligo. Non solo a causa del balletto “crisi di governo sì, crisi di governo no”. Il punto è che al momento il governo non sembra sintonizzato a raccogliere la sfida ambientale del risanamento del bacino padano come emergenza nazionale.
Servono investimenti massicci. Sarebbe gravissimo che nel Piano di ripresa e resilienza nazionale che verrà inviato alla Commissione europea continuasse a mancare questa attenzione. Perché salterebbero investimenti utili alla prevenzione sanitaria e a migliorare la qualità dell’ambiente e della nostra vita. Investimenti che rilancerebbero l’economia in chiave di sostenibilità.
Sotto il video del mio intervento in commissione.