Oggi ho depositato un’interrogazione alla Giunta regionale sulla proposta, recentemente approvata dal Consiglio Comunale di Valsamoggia, di accordo di programma in variante alla pianificazione urbanistica che autorizzerebbe la creazione di un nuovo polo per la grande logistica a Crespellano, nell’area adiacente all’autostrada. Un polo logistico che andrebbe a ricoprire un’area di circa 190.000 metri quadri, parte della quale costituita da aree industriali dismesse, come la vecchia sede di SOS Beghelli, ma comprendente anche terreno ad uso agricolo (86.700 metri quadri). Un progetto che andrebbe a pesare sulla viabilità esistente con l’incremento del trasporto merci su gomma.
Con l’interrogazione Europa Verde chiede quindi alla Giunta se ritenga il nuovo Polo della grande logistica a Crespellano, nell’area ex-Beghelli, un progetto “di rilevante interesse pubblico” tale da godere della procedura semplificata accordata dal Comune; e se non consideri le modifiche proposte al PTM (Piano Territoriale Metropolitano) e al PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) metropolitano in contrasto con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti nella legge urbanistica regionale. Il gruppo Europa Verde, inoltre, chiede se in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, la Giunta non ritenga necessario valutare l’impatto ambientale cumulativo delle diverse piattaforme logistiche previste nel territorio della Città metropolitana di Bologna.
Siamo di fronte all’ennesima richiesta di variazione degli strumenti urbanistici per permettere l’espansione del settore logistico, che da anni è in piena crescita ma dietro al quale spesso si muovono dinamiche di natura finanziaria e speculativa, e non produttiva. Nel solo territorio della Città Metropolitana di Bologna risultano attualmente in corso pratiche per nuove strutture logistiche per 316 ettari di superficie territoriale e per 1.316.000 metri quadri di superficie utile. Sappiamo che lo sviluppo della logistica presenta diversi aspetti problematici, a cominciare dal consumo di suolo e dalla natura speculativa dell’incremento del valore dei terreni agricoli trasformati in aree edificabili. Inoltre, è un settore che alimenta il trasporto delle merci su gomma, con relativo impatto sulla qualità dell’aria e sulla viabilità preesistente. Autorizzare il consumo di suolo per la creazione di nuovi impianti logistici significa fare un pessimo uso del territorio, che al contrario è un bene prezioso e limitato, come la stessa Regione ha riconosciuto approvando la Legge regionale n.24 del 2017 sull’azzeramento del consumo di suolo al 2050.