Le #donne stanno pagando il prezzo più salato della crisi, eppure la #paritàdigenere è tra i grandi assenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR, noto anche come #Recoveryplan).
Lo spiega bene la lucida analisi di Linda Laura Sabbadini, direttora centrale #Istat, che, in un articolo pubblicato ieri dal quotidiano #LaRepubblica, ha messo in fila quello che manca per dare corpo alla strategia per il raggiungimento di una effettiva parità di genere, a favore della quale, almeno a parole, si sono espressi il premie Mario Draghi e la ministra alla famiglia Elena Bonetti.
Uno dei fattori strategici dovrebbe essere l’eliminazione degli ostacoli che impediscono la crescita dell’occupazione femminile, a cominciare dalla gestione dei carichi delle attività di cura familiari, che notoriamente pesano di più sulle spalle delle donne. Ma nel #PNRR le risorse previste per i servizi all’infanzia (obiettivo: 60% dei bambini al nido), agli anziani e ai disabili sono insufficienti a questo fine. Vanno raddoppiate, chiede con nettezza Sabbadini, così come va riequilibrata l’intera impostazione del piano, che prevede che il 57% delle risorse sia destinato a settori a prevalenza di occupazione maschile. Così non va!
Il PNRR è una grande occasione per riequilibrare tutte le storture che storicamente ci portiamo dietro, a patto che si agisca a tutti i livelli istituzionali, condividendo trasversalmente l’obiettivo della parità di genere.
Per questo alcune settimane fa ho chiesto, con un’interrogazione, alla Regione Emilia-Romagna di introdurre la valutazione di impatto di genere, uno strumento che permette di stimare preventivamente l’impatto sulla vita degli uomini e delle donne di ogni singolo provvedimento, atto legislativo, proposta di legge e investimento.
Per #EuropaVerde è cruciale rendere l’obiettivo della parità di genere un elemento trasversale e strategico di ogni atto istituzionale. Solo così si supereranno i vari gap di genere che ancora nel 2021 penalizzano le donne.
E il PNRR non può fare eccezione!