Al momento stai visualizzando REDDITO DI LIBERTÀ: DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA UN IMPEGNO CONCRETO

Nel 2021 in Emilia-Romagna sono state 4.300 le donne che si sono rivolte ai quindici punti del coordinamento dei centri antiviolenza, con un aumento del 6,7% delle richieste rispetto al 2020.

In questo contesto così preoccupante assume ancora più valore la decisione della Regione Emilia-Romagna di potenziare il reddito di libertà – destinato alle donne vittime di violenza – con un milione e 300mila euro che vanno ad aggiungersi ai 200mila euro già stanziati dal governo (una seconda tranche di 667 mila euro arriverà nelle prossime settimane).

Nato nel 2020 a livello nazionale per dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza accompagnandole in un percorso di autonomia non solo per se stesse, ma anche per i propri figli, il reddito di libertà prevede l’erogazione di un assegno mensile fino a 400 euro per un periodo massimo di un anno. La domanda che le interessate possono fare al proprio Comune di residenza deve essere corredata, oltre che da un’attestazione del Centro antiviolenza relativa al percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso, anche da una certificazione dei Servizi territoriali che attesti le condizioni di difficoltà socio-economica. L’assegno viene erogato in un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, pari dunque a 4.800 euro. Tra le spese che possono essere coperte anche quelle per l’istruzione e la formazione dei figli.

I circa 200 mila euro di risorse nazionali avevano permesso di finanziare solo 42 delle 290 domande presentate nei primi tre mesi dell’anno. Ora, grazie all’impegno aggiuntivo della Regione, tutte le domande verranno accolte e lo stesso si potrà fare anche con eventuali nuove istanze.

Inoltre, è molto importante che la Regione abbia deciso di affiancare al reddito di libertà anche ulteriori contributi (dal 2017 ad oggi sono stati stanziati 1.298.400 euro) per aiutare le donne vittime di violenza a coprire le prime spese per l’affitto e la gestione di un’abitazione. Perché spesso il primo passo verso l’autonomia economico-sociale parte proprio dalla casa.

Europa Verde continuerà a proporre iniziative dentro e fuori le istituzioni per contrastare un fenomeno che ormai è diventata un’emergenza sociale e che rispecchia l’immagine di una società patriarcale dove il rispetto per la donna viene a mancare persino nel linguaggio pubblico oltre che nell’agire quotidiano delle persone. Una sorta di violenza psicologica diffusa e di svilimento delle donne non più sopportabile.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.