Febbraio 2024 è stato il febbraio più caldo di sempre. Ed è stato il nono mese consecutivo di temperature massime record. Lo attesta una voce autorevole super partes: il Servizio Meteo dell’Unione Europea Copernicus.
Alla faccia di chi sottovaluta ancora l’incremento del riscaldamento globale di origine antropica e la necessità di invertire il trend con la transizione energetica fuori dai fossili. Di questo passo, saranno gli esseri umani i prossimi fossili sul Pianeta.
I dati di #opernicus non sono più un isolato campanello d’allarme, ma una matematica certezza della nostra corsa verso il baratro. Secondo l’ultimo bollettino mensile, a febbraio 2024 si è raggiunta una temperatura media dell’aria di 13,54 gradi, di 1,77 gradi sopra la media di febbraio nel periodo 1850-1900. Elevata anche la temperatura degli oceani: sempre nel mese di febbraio si è raggiunto un nuovo record assoluto, con 21,06 gradi registrati sulla superficie dei mari. La cartina nell’immagine cge vedete sotto rende evidenti le anomalie climatiche: in Italia sono più forti nelle zone alpine e appenniniche.
Guai ad abituarsi al cambiamento climatico e alla corsa verso l’alto della colonnina di mercurio. E invece è quasi passata sotto silenzio la notizia, sempre di Copernicus, che il 2023 è stato l’anno più caldo in assoluto e che nel 2024 il trend è addirittura peggiore. Tutto lascia presupporre che nei prossimi mesi, come indicato nell’analisi sui dati 2023 del centro meteo dell’Unione Europea, sarà superata la soglia di 1,5° gradi (intesa come media sui 12 mesi) oltre il livello preindustriale, ovvero la soglia-limite indicata negli Accordi di Parigi del 2015 come il primo livello di sicurezza da non superare.
A livello scientifico, la consapevolezza che i costi dei disastri prodotti dal cambiamento climatico sono maggiori di quelli necessari per politiche di mitigazione e adattamento, è diffusa. E non sono solo costi economici: secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum presentato a Davos, entro il 2050 gli eventi climatici estremi potrebbero provocare 14 milioni di morti e 12 mila miliardi di perdite. Già oggi in Europa si contano decine di decessi dovuti alle ondate di calore estivo. Per non parlare delle migliaia di decessi prematuri dovuti allo smog, originato dalle medesime emissioni che contribuiscono al riscaldamento globale.
L’Emilia-Romagna è una delle regioni più esposte agli effetti degli eventi meteo estremi, come insegnano l’alluvione e la siccità del 2023, due facce della medesima medaglia: il cambiamento climatico.
Fra qualche mese si voterà in molti comuni e per le europee. Noi Verdi da sempre abbiamo fatto una nostra bandiera del “pensare globalmente e agire localmente“.
Sì rigenerazione dei suoli, sì rinnovabili, sì agricoltura bio, no mega allevamenti, no nuove strade e autostrade, sì elettrificazione della mobilità pubblica e privata, altro che Ponte sullo Stretto!
Ai prossimi appuntamenti elettorali abbiamo l’opportunità di lanciare un chiaro segnale che bisogna invertire la rotta, cogliendo le opportunità positive che comporta.
Abbiamo una responsabilità verso le giovani e future generazioni che non possiamo tradire!