Al momento stai visualizzando SICCITÀ SEMPRE PIÙ GRAVE: SERVE UNA SVOLTA VERA NEL CONTRASTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
La siccità particolarmente intensa che viviamo in questi giorni non è, purtroppo, un fenomeno temporaneo. Dobbiamo attrezzarci a convivere con una situazione di penuria d’acqua e le risposte non possono essere quelle di prima: non possiamo affrontare una situazione nuova con la vecchia cassetta degli attrezzi.
Per intenderci meglio: prevedere la costruzione di nuove grandi dighe è inutile. Saranno pronte fra una decina di anni, nella migliore delle ipotesi, e non siamo in grado di prevedere quale sarà lo scenario in cui vivremo fra 10 anni.
Qualche dato per descrivere meglio la situazione di estrema sofferenza che sta vivendo tutto il bacino del Po, in particolare le aree dell’Emilia Nord. L’Emilia-Romagna ha tratto in leggero beneficio dalle ultime piogge, ma la portata dei fiumi e la ricarica delle falde sotterranee non migliorano, evidenziando maggiori criticità nelle zone di Piacenza, Parma (soprattutto per le falde), Ferrara e in parte della zona orientale del Bolognese non servita dal Canale Emiliano Romagnolo. Da inizio anno si stima un meno 50% di piogge, con conseguente incremento dell’aridità dei suoli e decremento della capacità di ricarica delle falde acquifere e di assorbimento. Particolarmente allarmanti le portate del Po che continuano a diminuire. A Pontelagoscuro la portata attuale è ridotta del – 57%; Piacenza è la sezione più in crisi con una portata ridotta del 74% rispetto alle medie del medesimo periodo. Nel Delta del Po  il cuneo salino risale pesantemente per oltre 10-12 km dal mare e costringe i Consorzi di bonifica locali (Delta Rovigo) a bloccare quasi completamente il prelievo di derivazione, limitandolo alle poche ore di bassa marea. Secondo dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, il periodo compreso tra  ottobre 2021 e il 31 marzo 2022 ha visto precipitazioni medie inferiori alle medie storiche.
Che fare? Il discorso andrebbe allargato al livello globale e alla necessità impellente di ridurre le emissioni climalteranti per contrastare sul serio i cambiamenti climatici che stanno modificando radicalmente l’andamento delle precipitazioni. Ma ci sono interventi di adattamento che possono essere fatti anche in una dimensione territoriale. Ad esempio: invece delle mega dighe, realizzare una rete di piccoli invasi utilizzando cave esauste, in cui installare impianti di fotovoltaico galleggiante, per produrre elettricità diminuendo l’evaporazione dell’acqua; adottare colture meno idroesigenti; adottare sistemi di irrigazione ad alta efficienza e precisione che consentono di risparmiare oltre la metà dell’acqua.
Sono alcune delle proposte che ho presentato in Assemblea legislativa Emilia-Romagna, sulle quali è sempre più urgente discutere per arrivare ad una svolta concreta nelle politiche di transizione, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.