Al momento stai visualizzando Stato delle carceri ‘drammatico’: sabato mobilitazione a Bologna
Nonostante le ripetute denunce sullo stato drammatico in cui versano le #carceri italiane, non si intravvedono miglioramenti delle condizione di detenzione. Mentre è anche, se non soprattutto, la qualità della vita in prigione dei #detenuti che apre la strada al loro positivo reinserimento nella società a fine pena.
🚩 Da gennaio 2024 ad oggi sono stati 82 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane – erano stati 85 nel 2022 –ai quali vanno aggiunti i suicidi di ben sette gli agenti di polizia, a riprova della invivibilità dei luoghi di detenzione. In cima alle cause del profondo malessere nelle carceri, il sovraffollamento: attualmente negli istituti di pena italiami si trovano 62.110 detenuti, contro i 51.234 posti della capienza regolamentare; 14.000 detenuti vivono in spazi di 3-4 metri quadrati; 10.000 hanno compiuto atti di autolesionismo. Oltre al sovraffollamento, la disperazione è alimentata anche dai periodi di detenzione trascorsi in attesa di giudizio, dalla mancanza di attività per dare un senso alle giornate di reclusione, e dall’assenza di prospettive di accoglienza abitativa e lavorativa fuori dal carcere. Senza un lavoro e un luogo in cui abitare a fine pena, il rischio di recidività dei reati è ovviamente altissimo.
🆘 Anche il carcere della Dozza a #Bologna è malato di sovraffollamento: siamo a quasi 850 presenze contro una capienza regolamentare di 500 posti.
👉🏼 Per portare alla luce fuori dal carcere questa drammatica realtà, il Comune di Bologna ha promosso una mobilitazione pubblica che culminerà con una manifestazione sabato mattina in Piazza Lucio Dalla, per denunciare questa grave violazione dei diritti umani e per chiamare a raccolta i cittadini e dire che questa situazione non è più sopportabile.
Alla mobilitazione hanno aderito altre istituzioni, associazioni e sindacati che chiedono misure deflattive e clemenziali urgenti, un maggior ricorso alle pene alternative, più risorse ai Tribunali di Sorveglianza e agli Uffici di esecuzione penale esterna e la cancellazione del decreto Caivano.
👉🏼 Alla manifestazione saranno presenti anche l’attore Alessandro Bergonzoni e l’Ordine degli avvocati di Bologna rappresentato da Ettore Grenci. “Parlare di carcere con slogan come ‘buttare via la chiave’ e ‘non far respirare’, indegni di un Paese civile e di chi giura sulla Costituzione” secondo Grenci “non risolve i problemi. Servono invece progetti, programmi e investimenti per concretizzare il principio sancito dall’articolo 27 della Costituzione” che prevede che la pena debba avere finalità rieducative dei detenuti (fonte: ANSA).
⚫ Ho ancora fresco lo sconcerto provato a luglio, nel corso di una visita al carcere della Dozza, di fronte a una detenuta che aveva scontato la pena e si era iscritta alla Facoltà di Economia dell’Università di Bologna, dove aveva già superato due esami, che era costretta a restare in carcere perché nessuno le affittava un posto dove vivere. Giusto condannare chi sbaglia. Ma bisogna creare condizioni di detenzione che favoriscano il riscatto delle persone, e non siano luoghi di umiliazione. E occorre preparare il dopo carcere. Solo così si creano le premesse della sicurezza della società esterna al carcere.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.