Oggi in Commissione Ambiente dell’Assemblea legislativa ho presentato un’interrogazione con la quale ho chiesto alla giunta regionale chiarimenti sull’autorizzazione ai lavori di perforazione del pozzo “LONGANESI 3 Dir” a Lugo per l’estrazione di gas metano, e sulle eventuali conseguenze delle trivellazioni in termini di incremento del fenomeno di subsidenza.
Europa Verde ritiene che la suddetta autorizzazione – concessa di recente dal Ministero della Transizione Ecologica – sia in palese contrasto non solo con gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti del 55% al 2030 approvati dal Parlamento europeo con la Legge sul clima, ma anche con gli impegni presi dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Patto per il Lavoro e il Clima (2020) e con la Dichiarazione di Emergenza Climatica (2019), in particolare con l’obiettivo di arrivare al 100% di energia rinnovabile al 2035.
Nella risposta dell’assessore Vincenzo Colla ho accolto con favore la notizia che è previsto un piano di monitoraggio per misurare l’andamento della subsidenza nell’area interessata dall’estrazione di gas metano e che in sede di Valutazione di Impatto Ambientale tale fenomeno sia stato quantificato in una misura massima di 5 centimetri in 12 anni. Bene anche l’impegno a rimettere in discussione la concessione e a rimuovere l’infrastruttura se le aree in questione dovessero essere ritenute dal PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, di prossima definizione) non idonee alla estrazione di idrocarburi.
Il problema vero, però, è un altro, e sta a monte, irrisolto: è la possibilità stessa di continuare ad estrarre gas metano in piena emergenza climatica, invece di operare per la fuoriuscita dai fossili. Non è vero, poi, che – come ha dichiarato l’assessore Colla – il metano sia un gas meno impattante in termini di effetto serra, poiché ha un potere climalterante molto elevato rispetto alle emissioni di anidride carbonica.
La transizione energetica è un processo graduale, d’accordo, e non si realizza dalla sera alla mattina. Ma trovo allarmante il fatto che la Giunta dell’Emilia-Romagna consideri il metano un gas strategico sul medio e addirittura lungo periodo: significa che la transizione non partirà mai. O ci decidiamo ad operare seriamente per abbandonare le fonti fossili o non rispetteremo gli obiettivi che ci siamo dati in regione e che ci ha dato l’Europa, col rischio di incorrere nelle infrazioni per mancato rispetto della Legge sul Clima.
Proprio ieri, Giorgio Parisi, neo premio Nobel italiano per la Fisica, nelle sue prime dichiarazioni ha richiamato l’urgenza di prendere provvedimenti rapidi ed efficaci contro i cambiamenti climatici.
Inoltre, lo scorso weekend ho partecipato ai Colloqui di Dobbiaco dove ho ascoltato il Professor Georg Kaser dell’Università di Innsbruck, esperto glaciologo dell’IPCC, lanciare l’allarme sulla salute del pianeta: il ghiaccio metaforico su cui stiamo camminando è sempre più sottile e rischia di incrinarsi, inghiottendoci. Bisogna agire in fretta e in maniera coerente, altrimenti i cambiamenti climatici avranno la meglio su di noi. Aprire nuovi pozzi per l’estrazione di metano non è coerente con questa necessità e questa urgenza. Tutti i soggetti coinvolti se ne facciano una ragione!