In questi giorni sta tenendo banco sui media la svendita, a una società immobiliare privata, di un’area di ben 500 ettari compresa nella zona A (super tutelata) del Parco del Delta del Po.
Si tratta di un territorio di altissimo pregio naturalistico in provincia di Ravenna, noto come Ortazzo e Ortazzino e già preservato negli anni Settanta, con sentenza della Pretura, da un mostruoso progetto di edificazione.
La svendita di questa area per poco più di 500 mila euro è stata portata alla luce la settimana scorsa da Italia Nostra.
Ho immediatamente raccolto quanto denunciato dall’associazione depositando un’interrogazione alla Giunta regionale perché chiarisca i retroscena della svendita. L’Ente Parco Delta si era infatti difeso dichiarando di non avere avuto disposizione i fondi necessari per aggiudicarsi all’asta giudiziaria l’area e di essere stato lasciato solo dalle istituzioni, Regione, Provincia e Cassa Depositi e Prestiti comprese alle quali si era rivolto.
Nell’interrogazione chiedo alla Giunta se sia stata messa a conoscenza della volontà di acquisto dell’area da parte del Parco Delta del Po e, in particolare, se sia stata interpellata per concedere finanziamenti al Parco al fine di evitare che l’area finisse nelle mani di società private; in caso affermativo, per quale ragione è stato negato il finanziamento necessario per consentire al Parco di acquistare la suddetta area.
Inoltre, visto che l’Ente Parco Delta del Po sostiene di avere un bilancio irrisorio e di non disporre dell’organico previsto, con l’interrogazione chiedo alla Giunta se condivida queste valutazioni e cosa impedisca di risolvere i problemi di carenza di risorse e personale.
L’interrogazione riprende anche l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Italia Nostra sui pericoli che corrono l’ecosistema Foce del torrente Bevano e le aree attigue a seguito di una nuova invasiva lottizzazione in località Lido di Classe e Lido di Dante. Pur essendo tutelati da direttive europee e leggi regionali, questi luoghi preziosissimi, sottolinea Italia Nostra, sono minacciati – lato mare – da subsidenza, erosione e innalzamento del livello del mare e – lato terra – da questa lottizzazione a Lido di Classe (via del Lombardi) e a Lido di Dante, dove è stata annunciata la realizzazione di edifici per complessivi quasi 7mila metri quadri.
Infine, per quanto riguarda l’istituzione del Parco unico del Delta del Po, più volte sollecitata da Europa Verde, ho chiesto alla Giunta cosa impedisca la realizzazione di questa gestione unitaria che potrebbe garantire maggiori risorse e personale e quindi una gestione più efficace, da parte di Emilia-Romagna e Veneto, di quest’area unica così ricca di biodiversità.
È di tutta evidenza che la svendita a una società immobiliare di un’area tutelata rappresenta un fatto inammissibile. Fatto che purtroppo denota il disinteresse delle istituzioni pubbliche a garantire la tutela di questi luoghi. Un bene comune che non può essere svenduto a privati, col rischio di venire fagocitato dall’ennesima colata di cemento.
Per quale motivo, infatti, una società privata dovrebbe investire 500 mila euro per comprare un’area se non intravvedesse la possibilità di costruirvi?
La risposta alla mia interrogazione deve chiarire le responsabilità di quanto accaduto. Da questo chiarimento bisognerà poi trarre le dovute conclusioni. Dimissioni dei responsabili comprese.
A questi link trovate i testi del comunicato stampa e dell’interrogazione depositata giovedì scorso