Già da questa estate Europa Verde dell’Emilia Romagna ha concordato con l’attuale governo regionale la proposta di rendere la regione “plastic free”. Non abbiamo cambiato idea: questo resta più che mai il nostro obiettivo.
Un obiettivo che va però perseguito coinvolgendo lavoratori, sindacati e industrie in un piano di conversione produttiva ed occupazionale che porti al risultato di una regione plastic free senza lasciare indietro nessuno e senza dare pretesti per sollevare l’usurata contrapposizione tra lavoro e ambiente. In tempi di emergenza climatica non ce lo possiamo permettere. Anzi, la conversione di un sistema produttivo verso un’economia green e sostenibile e’ la leva per creare nuova occupazione duratura e pulita, portando l’industria regionale e nazionale a competere positivamente grazie alle innovazioni di prodotto.
Concordiamo quindi con il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi che in questo contesto la tassa sulla plastica annunciata dal governo – di un euro, anzi di un tanto al chilo a prescindere – appare più un espediente per fare cassa che un obiettivo sacrosanto verso un’economia sostenibile decarbonizzata.
La tassa va bene, ma inserita in un processo partecipato per la conversione del settore industriale di riferimento, e va rimodulata con attenzione a seconda del tipo di plastica a cui la si applica e degli obiettivi che ci si pone per contrastare l’uso di plastica vergine soprattutto in stoviglie e imballaggi usa-getta. Questo implica lavorare anche, ad esempio, sul sistema distributivo dei prodotti in vendita confezionati in imballaggi di plastica. Anche per questo, la misura e la road map per introdurla andrebbero inquadrate negli obblighi imposti dal recepimento delle direttive europee sugli imballaggi e sul contrasto all’uso delle stoviglie di plastica monouso. Così come la leva fiscale dovrebbe essere impiegata anche per rendere economicamente conveniente il riciclo della plastica.
L’annunciata plastic tax ha messo invece il carro davanti ai buoi, offrendo agli avversari di qualsiasi riforma ecologica il destro per un rifiuto. Come insegnava Alex Langer, bisogna rendere socialmente desiderabili i processi di conversione ecologica, o non si faranno passi avanti. Quindi va posta grande attenzione nel coinvolgere le parti sociali in questi processi, costruendo anche incentivi e tasse di scopo (e non di pura cassa) per sostenere la transizione ecologica ed energetica. E da ultimo, quando i processi sono maturi, penalizzando fiscalmente le produzioni non sostenibili.
Bologna 6 novembre 2019
Silvia Zamboni e Paolo Galletti, co-portavoce Europa Verde Emilia Romagna