Al momento stai visualizzando TUTELA DI MONTE TONDO: STOP ALLA CAVA DI GESSO, SÌ ALLA VALORIZZAZIONE DELL’AREA NATURALISTICA

Dopo 63 anni di estrazioni nella cava di Monte Tondo (nel comune di Casola Valsenio), la Vena del Gesso Romagnola – un ambiente naturale unico al mondo e uno straordinario “bene comune” – versa in uno stato di conservazione critico. Per questo motivo stamattina ho presentato una seconda interrogazione alla Giunta regionale per valutare come contenere i danni dovuti all’attività estrattiva puntando sulla valorizzazione dell’area naturalistica limitrofa candidata a diventare Patrimonio Unesco. Ulteriori estrazioni potrebbero compromettere irrimediabilmente il particolare tessuto carsico e idrografico sotterraneo.

Nell’interrogazione, in particolare, ho chiesto chiarimenti sulla posizione della Giunta rispetto agli esiti dello studio, commissionato dalla stessa Regione, che prende in considerazione quattro diversi scenari. Quello ritenuto auspicabile dagli estensori è lo scenario che ipotizza la prosecuzione dell’attività estrattiva del gesso esclusivamente entro i confini del vigente PIAE (Piano integrato attività estrattive), e per un periodo di non più di dieci anni, nel corso del quale trovare soluzione anche al problema occupazionale tramite un percorso di riconversione. L’analisi condotta evidenzia che la quantità di gesso estraibile all’interno dell’attuale perimetro del PIAE è nettamente superiore a quanto comunicato dall’azienda Saint Gobain, concessionaria del permesso di estrazione.

La Federazione speleologica regionale e le associazioni ambientaliste, tra cui WWF, Legambiente Emilia-Romagna, CAI Emilia-Romagna, temono che la prosecuzione delle attività comporti ulteriori danni, compromettendo il percorso già avviato di candidatura del sito “Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia-Romagna” a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, sito che in parte riguarda anche il parco naturale (istituito con legge regionale nel 2015) limitrofo alla cava.

La risposta ricevuta dall’assessora Priolo è stata rassicurante in merito all’impegno della Giunta per tenere conto degli aspetti ambientali, occupazionali e relativi alla candidatura a patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Tuttavia nella replica ho rimarcato il rischio che il proseguimento delle estrazioni comprometta il sistema idraulico sotterraneo causandone l’alterazione. E ho ricordato che secondo il Wwf i lavori di ripristino del cratere della cava, in un territorio così particolare frutto di un’evoluzione millenaria, non potranno mai restituirci lo status quo ante dell’area.

 

Alleghiamo il testo dell’Interrogazione di Europa Verde, la risposta della Giunta regionale, la nota stampa della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.

 

 

 

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.