Chi non ricorda Beppe Grillo mentre in tv respirava vapore inginocchiato davanti al tubo di scappamento di una berlina a idrogeno?
Ma dopo essere sembrato per anni l’uovo di Colombo della mobilità sostenibile, la corsa dell’idrogeno si è arrestata, azzoppata dall’elevato costo dei mezzi, dal bilancio energetico sfavorevole rispetto ai veicoli elettrici a batteria (che usano direttamente l’elettricità senza disperderne una parte nel processo di produzione dell’idrogeno a bordo) e dall’assenza di stazioni di rifornimento.
E così, mentre l’idrogeno finiva in un cono d’ombra, i veicoli elettrici, al contrario, si sono rapidamente evoluti.
Oggi, però, si assiste ad un rilancio della tecnologia delle celle a combustibile. Lo testimoniano l’interesse delle maggiori case automobilistiche, le prossime “Olimpiadi all’idrogeno” in programma in Giappone. E le sperimentazioni in corso anche in Italia con bus e treni all’idrogeno.
Di tutto questo parlo in un articolo uscito a mia firma sul numero di marzo de La nuova ecologia, ripreso anche nella versione online della rivista.