Omicidio di #MarcoBiagi: era il 19 marzo del 2002. Ricordo ancora quella sera. Una sera che non si può dimenticare. Stavo partecipando a un’assemblea in una gremitissima sala alla Casa del Popolo in via Andreini, nella periferia di #Bologna. Quando arrivò la notizia, sia pure ancora confusa, che avevano sparato a #MarcoBiagi, la sala si svuotò immediatamente e in una sorta di corteo improvvisato e non autorizzato, attoniti, ci muovemmo verso il centro di Bologna, luogo dell’omicidio.
Sono passati vent’anni dal quel barbaro omicidio per mano della follia brigatista. Una follia omicida che ha strappato alla vita troppo presto un padre, un marito, un figlio, un fratello, come sottolineai nella seduta del Consiglio del Quartiere Reno, di cui allora ero Presidente.
Oggi ho rappresentato la Regione Emilia-Romagna alle commemorazioni dell’omicidio di #MarcoBiagi, avvenuto sotto la sua casa, mentre tornava, disarmato, in bicicletta, dal lavoro all’Università.
È giusto che le istituzioni continuino a coltivare la memoria di #MarcoBiagi per ribadire che la violenza terrorista non può avere cittadinanza nel confronto delle idee.
Anche se nulla potrà ridare la vita a Marco Biagi e riempire il tragico vuoto che ha lasciato nella sua famiglia, ricordarlo sia anche un modo per esprimere la vicinanza delle istituzioni alla sua famiglia e di partecipazione al loro dolore.