In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne ho avuto il piacere di incontrare e parlare con Susanna Zaccaria, avvocata, Presidente della Casa Internazionale delle Donne per non subire violenza di Bologna.
A questo link https://youtu.be/4IKi0dbc6iI trovate la videoregistrazione della chiacchierata sui tanti temi che abbiamo toccato: le associazioni che a Bologna offrono aiuto alle donne maltrattate, ciascuna con un proprio approccio; le misure innovative prese, in Italia, come il salario di libertà, che però può contare su finanziamenti scarsi; ciò che si fa per contrastare il fenomeno sella violenza di genere e ciò che andrebbe fatto.
A questo proposito mi ha molto colpita l’affermazione di Susanna che la violenza contro le donne andrebbe trattata con la medesima determinazione che è stata messa in campo contro la criminalità organizzata mafiosa.
Nella nostra chiacchierata Susanna mi ha spiegato i vari aspetti del lavoro che svolge la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, dal supporto legale e psicologico fino ad offrire protezione a mamme e figli nelle case rifugio a indirizzo segreto: luoghi d’emergenza, che richiedono di tagliare il cordone ombelicale con l’esterno per garantire l’incolumità fisica, senza quindi possibilità di lavorare e per i bambini quella di andare a scuola.
Tre i capisaldi che da sempre orientano l’attività della Casa: prevenzione, protezione e sostegno. Tutti ugualmente importanti, ha sottolineato Susanna, per affrontare un problema che è prima di tutto di natura culturale e in quanto tale va sradicato a partire anche da molteplici gesti quotidiani e parole o frasi fatte solo apparentemente innocui, ma improntati ad una secolare mancanza di rispetto per il genere femminile, che è alla radice delle varie forme di violenza sulle donne: quella psicologica, fatta di umiliazione per mantenere il controllo sulla donna; quella fisica che lascia segni nel corpo ma anche nell’anima; quella economica, fatta del divieto di lavorare fuori casa per togliere alla donna l’autonomia economica. La Nora di “Casa di bambole” di Ibsen è un monito culturale sempre valido.
Ecco di seguito alcuni dati divulgati in queste ore che aiutano a mettere a fuoco il tragico fenomeno della violenza di genere.
Da inizio anno al 20 novembre in Italia si sono registrati 104 #femminicidi, 88 dei quali all’interno della famiglia.
In #Emilia-Romagna, anziché diminuire, denunce e accessi a pronto soccorso e centri dedicati sono in aumento.
Da gennaio e maggio, secondo una prima anticipazione dei dati relativi al 2022 che tiene però in considerazione solo 16 centri, le donne che si sono rivolte a uno dei 22 centri antiviolenza territoriali sono state 1.749.
Le vittime di violenza che si erano rivolte, in presenza o a distanza, a queste strutture erano già aumentate nel 2021, quando si sono registrati 300 casi in più rispetto al 2020.
Aumentano anche le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità della Regione per le donne vittime di violenza e stalking: nel 2021 sono state 1.667, il 4% in più rispetto all’anno prima, mentre nei primi tre mesi del 2022 le telefonate sono state 370, di cui 191 da vittime di violenza o stalking.
A Bologna città sono in crescita le denunce di violenze sessuali: gli #stupri sono aumentati del 12%, a fronte di un incremento del 2,11% nell’intera Provincia.
A #Bologna nel 2022 – dati aggiornati al 31 ottobre – è aumentato anche il numero delle donne che si sono rivolte alla Casa delle donne per non subire violenza: 509, una in più rispetto allo scorso anno.
Le donne che si sono rivolte all’associazione per sfuggire a violenze di ogni genere, soprattutto domestica, sono per il 67% nate in Italia. “Che Bologna sia ai primi posti nelle classifiche nazionali per i reati di genere si spiega col fatto che le donne maltrattate si rivolgono a noi in gran numero perché sanno di trovare un approdo sicuro: attraverso il passaparola delle persone che ci hanno chiesto aiuto in passato hanno appreso che i nostri interventi sono efficaci. Purtroppo una caratteristica dei reati di genere è il sommerso: secondo l’Istat, rispetto al numero totale di donne che subiscono violenza, solo il 12% fa una denuncia”.
Bene l’appello lanciato oggi dal Presidente Sergio Mattarella per un’#educazione di genere rivolta alle ragazze e ai ragazzi, ma non solo, che sia diffusa e strutturale, fondata sulla cultura del rispetto, sul rifiuto di qualsiasi tipo di violenza, attraverso l’educazione all’uguaglianza e alle diversità.