“Per consentire alle persone di mangiarsi una pizza e poi venire a vedere il cinema in piazza” la Commissaria Cancellieri anticipa lo spegnimento di Sirio (il sistema di controllo elettronico dei varchi di accesso alla Ztl di Bologna) alle 18. Essendo la prima estate che trascorre a Bologna, è comprensibile che non sappia che anche nelle estati che hanno preceduto il suo arrivo – con Sirio in funzione – le pizzerie del centro non mancavano di clienti e le sedie sul “crescentone” (il megarialzo che occupa quasi tutta la piazza Maggiore del capoluogo felsineo) erano tutte occupate.
“La città ha bisogno di riattivare i propri circuiti commerciali”, sottolinea la Commissaria. E che si fa? Si spegne Sirio. Francamente ci saremmo aspettati qualcosa di più innovativo, che puntasse a migliorare la qualità urbana; qui di originale c’è solo la “svolta stagionale”: finora si era sempre parlato di spegnere Sirio le settimane che precedono Natale. Resta il dubbio che questa misura possa alleviare il problema degli affitti esosi dei negozi e della crisi economica. A Vienna, per scoraggiare l’uso dell’auto e ridurre inquinamento e congestione, hanno tagliato di recente 8000 posti-auto su strada, mentre una ricerca, a cui ha contribuito la Technische Universitaet della capitale austriaca, ha dimostrato che sono i pedoni, le persone che raggiungono il centro senza macchina, e non gli automobilisti, che spendono di più nei centri storici. A Bologna 2010, invece, si pensa di rilanciare il commercio invitando i consumatori ad arrivare in centro in macchina. In questo modo la giostra infernale della caccia al posto libero, in competizione con i residenti, contribuirà a peggiorare la già scarsa qualità dell’aria cittadina. Con un altro esito assicurato: distruggere i risultati faticosamente raggiunti con le campagne di sensibilizzazione a favore della mobilità urbana sostenibile. Quella di cui parlano i documenti dell’Unione Europea, come il Piano d’Azione e come il Libro Bianco “Verso una nuova cultura della mobilità urbana sostenibile”. Da cui Bologna, con questo genere di provvedimenti, si allontana anziché farne una bandiera.
Bologna ha sottoscritto il “Patto dei Sindaci “(the Convenant of Mayors), che nelle premesse ricorda che “i governi locali e regionali in tutta Europa sono impegnati nella riduzione di inquinanti e gas serra attraverso programmi di efficienza energetica (inclusa la mobilità urbana sostenibile) e di promozione delle fonti di energia rinnovabile”; quello stesso Patto che mette al primo posto “andare oltre gli obiettivi fissati per l’UE al 2020, riducendo le emissioni di CO2(l’anidride carbonica all’origine dell’effetto serra, ndr) nelle rispettive città di oltre il 20%”. Favorire l’uso individuale dell’auto non è coerente con gli impegni internazionali presi dalla nostra città. Riportiamo Bologna in Europa. Se ne avvantaggeranno la qualità della vita in città, e anche il turismo. Quindi l’economia locale.
Silvia Zamboni
Pubblicato sulle pagine di Bologna dell’Unità il 21 giugno 2010